Una classica spy story incentrata su un intrigo internazionale, appartenente al periodo americano di Hitchcock, girata nel 1940, a conflitto iniziato, con i toni della commedia, che si abbandona nel finale alla retorica della pura propaganda politica, che suona come un appello implicito del regista inglese agli Stati Uniti ad entrare in guerra a fianco della madre patria in pericolo.
La trama, congegnata con il solito meccanismo a orologeria tipico dei film del maestro del brivido, soffre, tuttavia, di mancanza di credibilità per la scarsa o nulla verosimiglianza di alcune sequenze, nelle quali il protagonista sfugge rocambolescamente ai malvagi, che appaiono più macchiette comiche che spietati sicari di una potenza straniera.
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Una classica spy story incentrata su un intrigo internazionale, appartenente al periodo americano di Hitchcock, girata nel 1940, a conflitto iniziato, con i toni della commedia, che si abbandona nel finale alla retorica della pura propaganda politica, che suona come un appello implicito del regista inglese agli Stati Uniti ad entrare in guerra a fianco della madre patria in pericolo.
La trama, congegnata con il solito meccanismo a orologeria tipico dei film del maestro del brivido, soffre, tuttavia, di mancanza di credibilità per la scarsa o nulla verosimiglianza di alcune sequenze, nelle quali il protagonista sfugge rocambolescamente ai malvagi, che appaiono più macchiette comiche che spietati sicari di una potenza straniera.
Non manca la solita comparsata del regista all’inizio del film, che interpreta un passante che legge un giornale, e lo humor inglese, che condisce dall’inizio alla fine tutti i dialoghi, sebbene in modo eccessivo e soprattutto inopportuno e persino di dubbio gusto, considerato il periodo storico e gli avvenimenti che sconvolgevano in quel momento il mondo e la vita di milioni di persone in Europa ed a cui, peraltro, il film, pur travisandoli in una storia di pura fantasia, fa riferimento.
Stilisticamente perfetto, moralmente inaccettabile.
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