gaetano maria gallina
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giovedì 7 settembre 2006
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che fascino!
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In orari impossibili su Rete 4 ho visto stanotte questo film che ha la mia età. Una vera chicca per quelli della mia generazione che possono vedere i sogni proibiti della società dei propri genitori. Una giovanissima Katherine Spaak davvero superba, bellissima e sensuale (aveva 23 anni). Bello e molto interessante: uno spaccato di una società che non c'è più, disfatta dal '68, ma i cui desideri nascosti non sono poi così diversi da quelli della mid/hight class di oggi, forse l'attuale con molta meno classe. La Spaak oltre che bellissima era (ed è rimasta) una donna di una classe e di una eleganza intrinseca davvero rara, come attrice molto coinvolgente. Un giovane Jean Luis Trentignant, già allora molto intellettuale, interpretò alla perfezione l'uomo evoluto e colto del tempo, preconizzando la società futura con molti meno tabù.
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In orari impossibili su Rete 4 ho visto stanotte questo film che ha la mia età. Una vera chicca per quelli della mia generazione che possono vedere i sogni proibiti della società dei propri genitori. Una giovanissima Katherine Spaak davvero superba, bellissima e sensuale (aveva 23 anni). Bello e molto interessante: uno spaccato di una società che non c'è più, disfatta dal '68, ma i cui desideri nascosti non sono poi così diversi da quelli della mid/hight class di oggi, forse l'attuale con molta meno classe. La Spaak oltre che bellissima era (ed è rimasta) una donna di una classe e di una eleganza intrinseca davvero rara, come attrice molto coinvolgente. Un giovane Jean Luis Trentignant, già allora molto intellettuale, interpretò alla perfezione l'uomo evoluto e colto del tempo, preconizzando la società futura con molti meno tabù.
Gran bel film, sotto tanti punti di vista, come le scenografie curatissime ed in linea con le tendenze del primo interior design, (era ancora vivo il grandissimo arch. Colombo alla cui opera la scenografia si è sicuramente ispirata). Grande musica, molto attuale ancor oggi.
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elgatoloco
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mercoledì 8 agosto 2018
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sara"scollacciata"ma non sciocca, la commedia
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Pasquale Festa Campanile ha sempre avuto molto fiuto: anche con questa "La matriarca"(1968) ha fatto decisamente centro, cogliendo lo spirito del tempo(Sessantotto, rivoluzione sessuale, free love etc.)con la storia(di Ottavio Jemma)di una giovane vedova che, dopo aver scoperto le"abitudini sessuali"del suo "compianto"marito nella sua molto protetta garçonnière, si dà alla scoperta della propria sessualità e potenzialità sessuali, fingendoi persino prostituta... Una storiella proprio esilarante, molto teatrale(scene in interni, quasi esclusivamente, mimica e gestualità, recitazione da teatro, poche sequenze oniriche più"movimentate"), che scomoda, ma non in modo sciocco Reich, Freud, e, andando ancora a rtroso, Krafft-Ebing, autore della"Psychopathia sexualis", saccheggiata appunto anche da Freud ai suoi temp: il kairòs, appunto, quanto oggi sembra essere anche scioccamente"messo in soffitta".
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Pasquale Festa Campanile ha sempre avuto molto fiuto: anche con questa "La matriarca"(1968) ha fatto decisamente centro, cogliendo lo spirito del tempo(Sessantotto, rivoluzione sessuale, free love etc.)con la storia(di Ottavio Jemma)di una giovane vedova che, dopo aver scoperto le"abitudini sessuali"del suo "compianto"marito nella sua molto protetta garçonnière, si dà alla scoperta della propria sessualità e potenzialità sessuali, fingendoi persino prostituta... Una storiella proprio esilarante, molto teatrale(scene in interni, quasi esclusivamente, mimica e gestualità, recitazione da teatro, poche sequenze oniriche più"movimentate"), che scomoda, ma non in modo sciocco Reich, Freud, e, andando ancora a rtroso, Krafft-Ebing, autore della"Psychopathia sexualis", saccheggiata appunto anche da Freud ai suoi temp: il kairòs, appunto, quanto oggi sembra essere anche scioccamente"messo in soffitta"..A parte Catherine Sppak, adatta al ruolo, molto prima di diventare condutrice TV, un Jean-Marie Trintignant adatto alla parte del medico e docente di medicina apparentemente ritroso, ma anche Gigi Proietti, Paolo Stoppa, Luigi Pistilli, Philippe Leroy, Vittorio Caprioli in una sapida comparsata. Un film che riflette comunque un'epoca e che dimostra una vitalità della "seconda" italian comedy, certamente tutt'altro che banale...Da rivalutare un po'per riscoprire il cinema"d'antan"(ormai ha mezzo secolo)e per riscoprire l'artigianato teatrale al cinema... El Gato
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