domenico rizzi
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lunedì 17 dicembre 2012
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la mitica ascesa del capo che sconfisse custer
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Cominciamo con una rettifica: Cavallo Pazzo (Tashunko Witko)non era un Cheyenne, bensì un Oglala Sioux.
La trama è chiaramente romanzata e obbedisce all'intento di mitizzare quello che gli Indiani considerano oggi uno dei loro principali alfieri della libertà. Il limite di quessti film - gradevoli come storie d'avventura - è purtroppo la semplificazione di realtà assai più complesse, perchè Cavallo Pazzo fu un condottiero - propriamente un 'capo di guerra', non un capo politico - che guidò una fazione, non certo l'intera nazione dei Lakota, i Sioux delle praterie.La sua lotta si espresse soprattutto come una difesa, anacronistica e patetica, di un costume di vita condannato a scomparire dalla civiltà che avanzava.
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Cominciamo con una rettifica: Cavallo Pazzo (Tashunko Witko)non era un Cheyenne, bensì un Oglala Sioux.
La trama è chiaramente romanzata e obbedisce all'intento di mitizzare quello che gli Indiani considerano oggi uno dei loro principali alfieri della libertà. Il limite di quessti film - gradevoli come storie d'avventura - è purtroppo la semplificazione di realtà assai più complesse, perchè Cavallo Pazzo fu un condottiero - propriamente un 'capo di guerra', non un capo politico - che guidò una fazione, non certo l'intera nazione dei Lakota, i Sioux delle praterie.La sua lotta si espresse soprattutto come una difesa, anacronistica e patetica, di un costume di vita condannato a scomparire dalla civiltà che avanzava. Ben più di lui e dello stesso Toro Seduto, aveva compreso la situazione Nuvola Rossa, che dopo avere firmato la pace con gli Americani - e visitato New York, che aveva già oltre 1 milione di abitanti, contro le 15.000 persone che componevano i Sioux dell'epoca - decise di non scendere mai più sul sentiero di guerra. Il film di Sherman attribuisce a Cavallo Pazzo anche imprese che probabilmente non ha mai compiuto: tuttavia, queste sono le logiche del western, che anche quando diventò revisionista, non seppe sottrarsi al fascino della leggenda. Per i ridotti mezzi con cui è stato girato, "Furia indiana" è un buon film del suo genere, a patto di non volervi cercare la storia con la S maiuscola.
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domenico rizzi
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lunedì 17 dicembre 2012
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la mitica ascesa del capo che sconfisse custer
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Cominciamo con una rettifica: Cavallo Pazzo (Tashunko Witko)non era un Cheyenne, bensì un Oglala Sioux.
La trama è chiaramente romanzata e obbedisce all'intento di mitizzare quello che gli Indiani considerano oggi uno dei loro principali alfieri della libertà. Il limite di quessti film - gradevoli come storie d'avventura - è purtroppo la semplificazione di realtà assai più complesse, perchè Cavallo Pazzo fu un condottiero - propriamente un 'capo di guerra', non un capo politico - che guidò una fazione, non certo l'intera nazione dei Lakota, i Sioux delle praterie.La sua lotta si espresse soprattutto come una difesa, anacronistica e patetica, di un costume di vita condannato a scomparire dalla civiltà che avanzava.
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Cominciamo con una rettifica: Cavallo Pazzo (Tashunko Witko)non era un Cheyenne, bensì un Oglala Sioux.
La trama è chiaramente romanzata e obbedisce all'intento di mitizzare quello che gli Indiani considerano oggi uno dei loro principali alfieri della libertà. Il limite di quessti film - gradevoli come storie d'avventura - è purtroppo la semplificazione di realtà assai più complesse, perchè Cavallo Pazzo fu un condottiero - propriamente un 'capo di guerra', non un capo politico - che guidò una fazione, non certo l'intera nazione dei Lakota, i Sioux delle praterie.La sua lotta si espresse soprattutto come una difesa, anacronistica e patetica, di un costume di vita condannato a scomparire dalla civiltà che avanzava. Ben più di lui e dello stesso Toro Seduto, aveva compreso la situazione Nuvola Rossa, che dopo avere firmato la pace con gli Americani - e visitato New York, che aveva già oltre 1 milione di abitanti, contro le 15.000 persone che componevano i Sioux dell'epoca - decise di non scendere mai più sul sentiero di guerra. Il film di Sherman attribuisce a Cavallo Pazzo anche imprese che probabilmente non ha mai compiuto: tuttavia, queste sono le logiche del western, che anche quando diventò revisionista, non seppe sottrarsi al fascino della leggenda. Per i ridotti mezzi con cui è stato girato, "Furia indiana" è un buon film del suo genere, a patto di non volervi cercare la storia con la S maiuscola.
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stefano chapus
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lunedì 10 gennaio 2011
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indiani selvaggi...
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Considerata la data in cui uscì il film penso di essere stato in età preadolescenziale, amavo i film western soprattutto quelli nei quali comparivano i nativi americani.
Nonostante i "pellerossa" fossero sempre stati descritti come selvaggi dalla crudeltà inspiegabile io li amavo, li amavo per i loro colori, per la generosità con la quale affrontavano le battaglie, a cavallo dei mustangs o cavalli pezzati, senza sella, con arco frecce e coraggio e nonostante in film precedenti fossero stati descritti come selvaggi capaci solo di togliere lo scalpo all'incolpevole uomo bianco, inconsciamente avvertivo che alcune verità non erano dette, ma che la versione storica dei fatti era probabilmente diversa e meno semplicistica.
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Considerata la data in cui uscì il film penso di essere stato in età preadolescenziale, amavo i film western soprattutto quelli nei quali comparivano i nativi americani.
Nonostante i "pellerossa" fossero sempre stati descritti come selvaggi dalla crudeltà inspiegabile io li amavo, li amavo per i loro colori, per la generosità con la quale affrontavano le battaglie, a cavallo dei mustangs o cavalli pezzati, senza sella, con arco frecce e coraggio e nonostante in film precedenti fossero stati descritti come selvaggi capaci solo di togliere lo scalpo all'incolpevole uomo bianco, inconsciamente avvertivo che alcune verità non erano dette, ma che la versione storica dei fatti era probabilmente diversa e meno semplicistica.
Per la prima volta gli "Indiani" combattevano una battaglia con una tecnica bellica organizzata, ma soprattutto venivano sconfitti non dall'eroismo dei bianchi, ma dall'impari lotta che avevano intrapreso e dalle invidie che li separavano.
Dopo Little Big Horn Cavallo Pazzo viene abbandonato dai suoi alleati e per gli stenti è costretto ad arrendersi morendo per un colpo di baionetta infertogli alle spalle da un altro Sioux collaborazionista con i nordisti e cacciato dalla tribù per indegnità.
Questo credo sia il primo film a colori nel quale viene reso onore alla tattica bellica indiana e nel quale un eroe del popolo del Selvaggio West viene restituito ad una realtà storica più attendibile.
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renato c.
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mercoledì 30 giugno 2010
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più leggendario che biografico , ma bello!
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Un errore in questo film, secondo me, è il titolo italiano "Furia indiana" che potrebbe far pensare ad un filmetto tutto azione fine a se stessa. Il tirolo originale "Capo Cavallo Folle" sarebbe stato decisamente migliore! Buona comunque l'idea di sostituire l'aggettivo "folle" a "pazzo" poco adatto all'eroe protagonista.
Più che di una biografia vera e propria, anche se viene rievocata ma non mostrata la battaglia del "Little Big Horn" si tratta di una leggenda nata sulla figura di Crazy Horse, il capo che ha dato filo da torcere ai bianchi, ma nello stesso tempo è stato rispettato! Tutta la storia è basata su una profezia di un vecchio capo indiano morente dove diceva che sarebbe sorto un grande capo che avrebbe riunito tutte le tribù e le avrebbe portate alla vittoria, ma che però sarebbe morto per mano di uno della sua gente! E Cavallo Folle vive nell'incertezza, ma poi si convince di essere tale capo! Uguale però per il suo cugino nemico Vento dell'Est che, al corrente della profezia, si ritiene forse l'esecutore di Cavallo Folle e porta a termine il suo diabolico piano spinto dalla gelosia per "Raggio di Sole", la moglie di Cavallo Folle di cui era anch'egli follemente innamorato!
Siamo negli anni'50 ed in barba a quanto molti hanno detto su Hollywood questo film è dichiaratamente dalla parte degli Indiani con parecchi anni di anticipo rispetto a "Soldato blu" e "Balla coi lupi" anche se il cattivo che uccide il protagonista è un pellerossa!
Victor Mature interpreta un ottimo Cavallo Folle e Suzan Ball la sua bellissima moglie indiana.
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Un errore in questo film, secondo me, è il titolo italiano "Furia indiana" che potrebbe far pensare ad un filmetto tutto azione fine a se stessa. Il tirolo originale "Capo Cavallo Folle" sarebbe stato decisamente migliore! Buona comunque l'idea di sostituire l'aggettivo "folle" a "pazzo" poco adatto all'eroe protagonista.
Più che di una biografia vera e propria, anche se viene rievocata ma non mostrata la battaglia del "Little Big Horn" si tratta di una leggenda nata sulla figura di Crazy Horse, il capo che ha dato filo da torcere ai bianchi, ma nello stesso tempo è stato rispettato! Tutta la storia è basata su una profezia di un vecchio capo indiano morente dove diceva che sarebbe sorto un grande capo che avrebbe riunito tutte le tribù e le avrebbe portate alla vittoria, ma che però sarebbe morto per mano di uno della sua gente! E Cavallo Folle vive nell'incertezza, ma poi si convince di essere tale capo! Uguale però per il suo cugino nemico Vento dell'Est che, al corrente della profezia, si ritiene forse l'esecutore di Cavallo Folle e porta a termine il suo diabolico piano spinto dalla gelosia per "Raggio di Sole", la moglie di Cavallo Folle di cui era anch'egli follemente innamorato!
Siamo negli anni'50 ed in barba a quanto molti hanno detto su Hollywood questo film è dichiaratamente dalla parte degli Indiani con parecchi anni di anticipo rispetto a "Soldato blu" e "Balla coi lupi" anche se il cattivo che uccide il protagonista è un pellerossa!
Victor Mature interpreta un ottimo Cavallo Folle e Suzan Ball la sua bellissima moglie indiana. Storia d'amore intensa, senza screzi, anzi alla fine Cavallo Folle si arrende ed accetta di andare a vivere in una riserva per salvarwe la vita alla moglie! Stupendi paesaggi ed una stupenda colonna sonora che, solo a sentirla, ti fa venire in mente i pellerossa ed i meravigliosi paesaggi in cui vivevavo! Forse alle nuove generazioni questo film farà un po' sorridere, ma penso che la televisione farebbe bene, ogni tanto a riproporlo per passare un paio d'ore in relax e serenità, anche se alla fine non può non sopraggiungere la tristezza!
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renato
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lunedì 3 ottobre 2005
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rettifica
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Non sono d'accordo con la recensione ufficiale in quanto nel film si vede l'inizio della battaglia del Little Big ed anche (come comparsa) il generale Custer.
Per il resto senz'altro non è un film biografico ma leggendario. (la profezia, il suo avverarsi,ecc.) In ogno caso un film dalla parte degli Indiani, piacevole a vedersi e con una bella colonna sonora.
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