m.barenghi
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mercoledì 27 novembre 2013
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... da rendere obbligatorio alle scuole medie!!
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E' la descrizione paesaggisticamente dettagliata dei percorsi che quattro bambini "del mondo" (Jackson -keniano-, Zahira -marocchina delle montagne-, Carlito -argentino patagone- e Samuel-bengalese) compiono quotidianamente (una sola, Zahira, settimanalmente) per poter realizzare il proprio sogno di un domani migliore attraverso uno studio impegnato e consapevole, senza scorciatoie di sorta. Il film è talora lento, ma sempre avvincente, grazie anche alle frequenti inquadrature "mozzafiato" dei paesaggi attraversati dai piccoli scolari. E anche grazie alla dolcezza dei rapporti che questi bambini esternano nei confronti dei compagni di viaggio (per 3 di loro i fratelli minori, per Zahira due compagne di scuola e di cammino).
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E' la descrizione paesaggisticamente dettagliata dei percorsi che quattro bambini "del mondo" (Jackson -keniano-, Zahira -marocchina delle montagne-, Carlito -argentino patagone- e Samuel-bengalese) compiono quotidianamente (una sola, Zahira, settimanalmente) per poter realizzare il proprio sogno di un domani migliore attraverso uno studio impegnato e consapevole, senza scorciatoie di sorta. Il film è talora lento, ma sempre avvincente, grazie anche alle frequenti inquadrature "mozzafiato" dei paesaggi attraversati dai piccoli scolari. E anche grazie alla dolcezza dei rapporti che questi bambini esternano nei confronti dei compagni di viaggio (per 3 di loro i fratelli minori, per Zahira due compagne di scuola e di cammino). Indimenticabili alcune sequenze: l'incipit del film, anzitutto, in cui le mani di Jackson, in primo piano stretto, scavano una buca nella sabbia per attingere l'acqua del sottosuolo, come si vedrà più compiutamente quando l'inquadratura si va aprendo. Ed ancora l'arrivo di Jackson a scuola, dove tutta la classe lo aspetta perchè deve essere lui ad intonare l'inno nazionale keniano (ben familiare da almeno 20 anni a tutti gli appassionati di atletica e corse di fondo) per la mattutina cerimonia dell'alzabandiera. L'acme della commozione lo si tocca però con Samuele, il più "fortunato" di tutti perchè la sua scuola dista "solo" 4 chilometri, al posto dei 12-18 e 24 degli altri 3: sì!, ma in sedia a rotelle e trascinato dai due stoici e simpatici fratellini perchè Samuele è spastico, e non può muovere nemmeno un passo!! In una delle sequenze finali, un primo piano del suo viso meraviglioso, dirà alla camera che lui è un bambino veramente fortunato, perchè può andare a scuola. Il film termina con lui che cammina, anche se un po' goffamente, e con le "proiezioni" future dei desideri suoi e degli altri 3.
Film INDISPENSABILE, la cui visione dovrebbe essere resa obbligatoria come materia di studio nelle nostre scuole medie! Viene in mente, per analogia e/o antitesi, la frase riportata nell'ultimo romanzo di Hosseini, in cui uno dei protagonisti, osservando il comportamento apatico dei suoi due figli "americani", è...."infastidito dalla loro mancanza d'interesse, dalla spensierata ignoranza dell'arbitraria lotteria genetica che ha garantito loro una vita privilegiata." E, per concludere con una battutaccia, la visione dovrebbe essere imposta forzosamente anche a tutte le madri (i "puttanoni" di bisiana memoria) che parcheggiano i propri SUV in terza fila con le 4 frecce, per raccattare ciascuna un solo bambino da scuola.
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samuelè
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sabato 16 novembre 2013
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film spettacolare.
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Questo film mi ha davvero comosso,mi piacerebbe visitare ognuni\e di questi\e bambini\e e so che un giorno andrò in India a visitare Samuel.
Nel Marocco a visitare Zahira.
Nel Kenia a visitare Jackson.
E in Patagonia in Argentina sarà il paese più facile da visitare perchè Carlito abita vicino al mio paese il Brasile.
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junliangji19
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lunedì 28 ottobre 2013
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film vado a scuola
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è STATO TROPPO COMMUOVENTE
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dodix2013
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sabato 19 ottobre 2013
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troppo buonismo
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Spesso, quando in un film si parla di bambini e ragazzini "svantaggiati" per motivi di salute o di status sociale o altro, si corre il rischio di cadere nel patetico e nel buonismo.
E anche "vado a scuola" c'é cascato.
Intendiamoci. Film fatto bene, con le migliori intenzioni ma troppo oleografico, con dialoghi improbabili, con un finale scontato.
Quale bambino non desidera fare il pilota o ragazzina la dottoressa per aiutare gli altri bambini? Fin troppo ovvio.
Detto ciò, penso che potrebbe essere adatto da proiettare a bambini e ragazzini (elementari e medie inferiori) per far riflettere soprattutto quelli (non molti ma sempre troppi!) abituati ad andare a scuola accompagnati dalla madre biondo platino, jeans stretti firmati e scarpa bassa di prada, che parcheggia abitualmente il SUV sul marciapiede.
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Spesso, quando in un film si parla di bambini e ragazzini "svantaggiati" per motivi di salute o di status sociale o altro, si corre il rischio di cadere nel patetico e nel buonismo.
E anche "vado a scuola" c'é cascato.
Intendiamoci. Film fatto bene, con le migliori intenzioni ma troppo oleografico, con dialoghi improbabili, con un finale scontato.
Quale bambino non desidera fare il pilota o ragazzina la dottoressa per aiutare gli altri bambini? Fin troppo ovvio.
Detto ciò, penso che potrebbe essere adatto da proiettare a bambini e ragazzini (elementari e medie inferiori) per far riflettere soprattutto quelli (non molti ma sempre troppi!) abituati ad andare a scuola accompagnati dalla madre biondo platino, jeans stretti firmati e scarpa bassa di prada, che parcheggia abitualmente il SUV sul marciapiede...
Per gli adulti, a mio parere, film davvero troppo troppo scontato.
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flyanto
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martedì 1 ottobre 2013
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come è duro e per nulla scontato per alcuni bambin
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Film in cui si narra della difficoltà che hanno alcuni bambini, residenti nelle aree più remote dei vari continenti nel mondo, a raggiungere quotidianamente o meno la propria scuola. Nel corso della pellicola così allo spettatore vengono presentati 4 casi distinti, e cioè: quello di due fratelli abitanti in una savana sperduta in Kenya, quello di due fratelli abitanti in un' isolata pampas della Patagonia in Argentina, quello di una bambina abitante nell'altopiano dell' Atlante in Marocco ed, infine, quello di un bambino paraplegico su di una scalcinata ed arrugginita sedia a rotelle e dei suoi due fratelli abitanti in un villaggio remoto di pescatori nell' India meridionale.
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Film in cui si narra della difficoltà che hanno alcuni bambini, residenti nelle aree più remote dei vari continenti nel mondo, a raggiungere quotidianamente o meno la propria scuola. Nel corso della pellicola così allo spettatore vengono presentati 4 casi distinti, e cioè: quello di due fratelli abitanti in una savana sperduta in Kenya, quello di due fratelli abitanti in un' isolata pampas della Patagonia in Argentina, quello di una bambina abitante nell'altopiano dell' Atlante in Marocco ed, infine, quello di un bambino paraplegico su di una scalcinata ed arrugginita sedia a rotelle e dei suoi due fratelli abitanti in un villaggio remoto di pescatori nell' India meridionale. Il regista Pascal Plisson molto poeticamente espone un certo tipo di realtà che, purtroppo, riguarda ancor oggi molti bambini con tanta voglia di studiare e pieni di progetti e sogni. E mostra l'entusiasmo che questi, nonostante, appunto, le avversità della propria terra, la fatica e, talvolta, pure i pregiudizi, hanno nell'affrontare qll che per loro praticamente si risolve essere un'avventura ed un prezioso dono, quasi non meritato, piuttosto che un diritto acquisito ed a loro spettante. E così lo spettatore viene anche a conoscenza dell'ingenuità ma anche della determinazione con cui tali ragazzini vogliono superare le condizioni semplici e, talvolta, pure misere in cui vivono insieme alla loro famiglia. Ma quello che colpisce di più è soprattutto l'onestà morale con cui vogliono ottenere questo riscatto: senza scorciatoie o ricorsi ad azioni illecite, ma impegnandosi a studiare duramente ma con ferma volontà per ottenere un domani una certa e migliore condizione sociale con cui, peraltro, aiutare anche la propria famiglia da cui, oltretutto dovranno presto separarsi al fine di completare il proprio ciclo di studi. Una pellicola senza dubbio che fa riflettere ed estremamente commovente e da consigliare a tutti i bambini e ragazzi in età scolare affinchè imparino e soprattutto apprezzino quanto sia fortunata la propria condizione di vita che permette loro di acquisire conoscenza ed un sicuro futuro senza alcuna difficoltà. Un vero gioiello di film per l'infanzia ma anche per gli adulti.
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jennifer lawrence
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domenica 29 settembre 2013
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che film!
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Un film che ti colpisce,ti lascia senza parole... Tutto da gustare!
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