elgatoloco
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lunedì 5 luglio 2021
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uno dei migliori"fantozzi"
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"Superfantozzi"(Neri Parenti, da lui anche scritto con Piero De Bernardi, Leaonardo Benvenuti, Alessandro Benicenni, Domenico Saverni e ovviamente Paolo Villlaggio, 1986): Fantozzi dalla creazione(malriuscita)a un improbabile futuro su Alpha Centauri, passando per la storia greca(Maratona), quella romana ma come Ebreo sempre oppresso dallimpero, con gabelle e altro, fino a dover portar la croce di Gesù, al Medioevo , crociate comprese, alla Rivoluzione francese, alla modernità bellica, all'epoca del proibizionismo come unica vittima, come "banzaj"destinato al martirio sempre e comunuqe, fino alla condizione attuale e a quella, appunto, forse"futura.
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"Superfantozzi"(Neri Parenti, da lui anche scritto con Piero De Bernardi, Leaonardo Benvenuti, Alessandro Benicenni, Domenico Saverni e ovviamente Paolo Villlaggio, 1986): Fantozzi dalla creazione(malriuscita)a un improbabile futuro su Alpha Centauri, passando per la storia greca(Maratona), quella romana ma come Ebreo sempre oppresso dallimpero, con gabelle e altro, fino a dover portar la croce di Gesù, al Medioevo , crociate comprese, alla Rivoluzione francese, alla modernità bellica, all'epoca del proibizionismo come unica vittima, come "banzaj"destinato al martirio sempre e comunuqe, fino alla condizione attuale e a quella, appunto, forse"futura.futurologica", sempre come vittima, come quintessenza emblematica dello"sfigato", Everyman tarssato dalla"dea bendaa"che gli passa sempre di lato o lo scansa. IN questo modo "Villaggio-Fantozzi"(Fracchia, dichiamo la verità, è rimasto un personaggio periferico nella costellazione villggesca, coem il professore Franz Kranz tedesco di Germania)viene emblematizzato, dando a questo quinto"episodio"della saga fantazziana una dignità(sempre nell'accezione sopra indicata)particolare, quale"vittima sacrificale", agnus hominis, diremmo... Particolarmente riuscito l'episodio dlela mela adamtica, quando l'"aborto"Fantozzi viene concupito da un seducente EVa, ma ben presto arriva Pina, quando l'illusione di Gesù liberatore-facitore di miracoli si infrange contro il reale(qui si vede il Vilaggio materialista storico, il non credente), quando nella singolar tenzone per la conquista del"titolo".appannaggio del matrimonio con la bella principessa, rinunica perché già spostato con la"Pina", eterna partner come lo è la figlia"babbuina", Se Evtuschenko, in un clamoroso"eorrre mediatico", aveva anteposto , con grande scanadalo della"truppa presente"VIlaggio a Moravia, ma anche ad altri sscrittori, forse non aveva tutti i totti, almeno come esponente, critico in parte ma comunque organico a un'URSS che comunque non amva il solipsismo borghese e l'individualismo ad esso connesso anche a livello di realizzazione economica, produttivismo spnto etc. Villaggio"superstar"con liù Bosisio, qui al posto di Milena Vukotic, con L'immacabile Gigi Reder("Filini, dell'uffico sinistri"e con altri/e, mentre qui manca il peronsaggio della signorina Silvani....): El Gato
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elgatoloco
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domenica 27 dicembre 2020
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fantozzi un po''"in calo"
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Questo"Superfantozzi"(1986, regia di Neri Parenti, che anche scritto il film con Paolo VIllaggio, con Leonardo Benvenuti, con Alessandro Bencivenni, Domenico Saverni e Piero de Bernardi)come si suol dire, mostra un po'la corda", ut solent dicere homines, in quanto è il quinto episodio e l'universalizzazione è più complessa. ossia qui Fantozzi diventa il ptototipo dello"sfigato"universale, di chi, dalla preistoria in poi, fino ad oggi, attravensando varie epoche storiche, rappresenta chi ha "la moglie più brutta del mondo", la figlia che pare un babbuino, come peraltro Fantozzi papà spesso la definisce, pentendosene poi per ovvi motivi, chi poi, in ogni occasione possibile e immaginabile, va male, salvo forse nella tenzone medievale, in cui"prodigiosamente entrato in possesso di Excalibur, vince la tenzone,, mai poi rifiuta di avere il premio della bella principessa come sposa, essendo già, appunto, ut erat demonstrandum , sposato .
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Questo"Superfantozzi"(1986, regia di Neri Parenti, che anche scritto il film con Paolo VIllaggio, con Leonardo Benvenuti, con Alessandro Bencivenni, Domenico Saverni e Piero de Bernardi)come si suol dire, mostra un po'la corda", ut solent dicere homines, in quanto è il quinto episodio e l'universalizzazione è più complessa. ossia qui Fantozzi diventa il ptototipo dello"sfigato"universale, di chi, dalla preistoria in poi, fino ad oggi, attravensando varie epoche storiche, rappresenta chi ha "la moglie più brutta del mondo", la figlia che pare un babbuino, come peraltro Fantozzi papà spesso la definisce, pentendosene poi per ovvi motivi, chi poi, in ogni occasione possibile e immaginabile, va male, salvo forse nella tenzone medievale, in cui"prodigiosamente entrato in possesso di Excalibur, vince la tenzone,, mai poi rifiuta di avere il premio della bella principessa come sposa, essendo già, appunto, ut erat demonstrandum , sposato . C'è da dire comunque che il tutto regge, pur nel"didatticismo"quasi brechtiano dlela tesi sostenuta(mi perdoni Bert Brecht, dovunque si trovi...)che viene un po'forzatamente applicato ad ogni situazione e periodo storico, ma tant'è... Bisogna tener conto del fatto che le sorie anche filmiche di Fantozzi derivano dai libri di Paolo Villaggio stesso, che quindi voleva ad ogni costo rewalizarne dei film; traendoli apppunto dai libri, dato anche che il successo dei libri(certo non indifferente a livello di successo di pubblico, ma anche di riconoscimento critico, se consideraimo almeno il famoso caso di Evtuschenko, che, venuto in Italia per un premio letterario, scandalizzando molti critici e scrittori italiani, aveva nominato Villaggio quale"scrittore principe"... )era comunque fatalmente minore, anche a livello commericlae, di quello dei film, rispetto a quello dei film, in un'epoca(metà anni 1980)in cui il cinema ancora"tirava"), cosa che ora, anche ben prima della crisi pandemica, non vale èiù, specie considerando la prolliferazione di video etc. Villaggio sempre lui, convincente, qui c'era Liù Bosisio come"Pina", Luc Merenda ed Eva Lena sono i prototipi"belli e cattivi"della storia, Plionio Fernando era la figlia-babbuino e Gigi Reder, già da sempre "il geometra Filini dell'Ufficio SInistri"sbaglia i congiuntivi ever, in ogni conteso storico. L'episodio più simpatico è forse quello di Robin Hood che prima dà e poi ri-ruba i soldi a Fantozzi and Family, smepre per"dare ai poveri e rubare ai ricchi".... El Gato
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rmarci05
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lunedì 7 maggio 2018
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film stupido ma in parte riuscito
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Stavolta il rag. Ugo Fantozzi è catapultato in tutte le epoche della storia: il risultato è discontinuo. Le prime gag come nella preistoria, all'epoca di Gesù, nel medioevo e durante le Crociate sono gradevoli e ben pensate, ma alcune, più di tutte quella nel futuro, sono patetiche. Non aiuta il ritorno di Liu Bosisio, attrice che a me non piace. Un pò di merito per l'originalità dell'idea di partenza, ma si comincia a sentire una certa mancanza di idee. Voto 5,5.
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ecalo
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lunedì 21 marzo 2016
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la pazza storia di fantozzi
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Scopiazza un po' troppo la "Pazza storia del mondo" ma rimane un ottimo film comico. Guardatelo per passare una serata spensierata e non ve ne pentirete.
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vapor
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sabato 13 settembre 2014
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il mitico diventa storico
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Uno dei migliori film del comico che per sempre sarà ricordato per aver forgiato un personaggio surreale ma capace di parlare del quotidiano allo stesso tempo, quel fantozzi che ha influenzato generazioni, che ha reso una nera caricatura di un epoca illusa dal balzo economico, schiava del consumismo nascente e soprattutto vittima dello stereotipo sociale della gerarchia schiacciante. In questo il personaggio fantozziano tenta di cavalcare tutte le ere, ma se nelle ultime fasi più moderne e futuristiche riesce ad essere strumento di critica, nelle prime parti assomiglia più allo stile demenziale di mel brook riuscendo soprattutto a divertire. A dimostrazione del fatto che dei "fantozzi" lo siamo diventati oggi più che mai nella storia dell'uomo.
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Uno dei migliori film del comico che per sempre sarà ricordato per aver forgiato un personaggio surreale ma capace di parlare del quotidiano allo stesso tempo, quel fantozzi che ha influenzato generazioni, che ha reso una nera caricatura di un epoca illusa dal balzo economico, schiava del consumismo nascente e soprattutto vittima dello stereotipo sociale della gerarchia schiacciante. In questo il personaggio fantozziano tenta di cavalcare tutte le ere, ma se nelle ultime fasi più moderne e futuristiche riesce ad essere strumento di critica, nelle prime parti assomiglia più allo stile demenziale di mel brook riuscendo soprattutto a divertire. A dimostrazione del fatto che dei "fantozzi" lo siamo diventati oggi più che mai nella storia dell'uomo. La prima volta lo vidi che ero piccolo e mi stupì molto per il carattere mitico e storico che trasmetteva al film un non so che di fiabesco. Un film per tutti.
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great steven
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giovedì 27 giugno 2013
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il noto ragioniere cavalca epoche e miti storici
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SUPERFANTOZZI (ITALIA, 1986)
Diretto da NERI PARENTI. Interpretato da PAOLO VILLAGGIO, Liù BOSISIO, GIGI REDER, LUC MERENDA, EVA LENA, PLINIO FERNANDO.
Al quinto capitolo delle disavventure del celeberrimo ragioniere, il personaggio nato dalla penna di Villaggio viene spogliato della sua dimensione di impiegato per essere inserito in alcuni fra gli episodi più rappresentativi della storia dell’uomo o, più precisamente, di un uomo eternamente e immancabilmente vessato e bistrattato come Ugo Fantozzi, peculiarità che il film non rinuncia a cucirgli addosso come nei film precedenti. Quattordici sketch barzellettistici slegati gli uni dagli altri che agiscono da motore umoristico con l'appoggio di una ricostruzione storica sobria ma eseguita con puntiglio: 1.
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SUPERFANTOZZI (ITALIA, 1986)
Diretto da NERI PARENTI. Interpretato da PAOLO VILLAGGIO, Liù BOSISIO, GIGI REDER, LUC MERENDA, EVA LENA, PLINIO FERNANDO.
Al quinto capitolo delle disavventure del celeberrimo ragioniere, il personaggio nato dalla penna di Villaggio viene spogliato della sua dimensione di impiegato per essere inserito in alcuni fra gli episodi più rappresentativi della storia dell’uomo o, più precisamente, di un uomo eternamente e immancabilmente vessato e bistrattato come Ugo Fantozzi, peculiarità che il film non rinuncia a cucirgli addosso come nei film precedenti. Quattordici sketch barzellettistici slegati gli uni dagli altri che agiscono da motore umoristico con l'appoggio di una ricostruzione storica sobria ma eseguita con puntiglio: 1.) nel Paradiso Terrestre è la brutta copia di Adamo e, dopo aver colto la mela proibita, ne è espulso insieme alla sua mostruosa compagna; 2.) nella Preistoria cerca di inventare la ruota e l'arco, con scarso successo; 3.) terminata la prima guerra persiana, deve correre da Maratona ad Atene per annunciare al bulè la vittoria dei greci, ma si dimentica l'esito della battaglia durante il lunghissimo percorso; 4.) ebreo povero e costretto a pagare tributi ai romani invasori, assiste ai miracoli di Gesù, brucia inutilmente la casa sperando in una cospicua eredità ed è crocifisso per sbaglio insieme al Messia e ai due ladroni; 5.) nel Basso Medioevo, tornato dalle crociate, partecipa ad una giostra cavalleresca con la speranza di sposare, vincendo, una bellissima principessa, e acquisisce perciò dal mago del lago la spada Excalibur; 6.) ridotto in miseria, riceve in regalo (per pochissimo tempo!) da Robin Hood una borsa piena di soldi; 7.) in piena Rivoluzione Francese, interviene durante l'esecuzione di un nobile, ma la ghigliottina gli gioca un brutto scherzo; 8.) dopo l'annessione di Roma al Regno d'Italia, partecipa per volere del nuovo padrone, il marchese Modestino Balabam, a una gara di canotaggio per i canali di Roma; 9.) assiste alle prime proiezioni del cinematografo ed è investito dal treno che esce dallo schermo; 10.) partecipa alla Prima Guerra Mondiale volando sull'aereo del Barone Rosso, ma finisce per precipitare; 11.) appena emigrato negli Stati Uniti, viene arrestato per la compravendita di alcolici (è il periodo del Proibizionismo); 12.) arruolato nell'aviazione giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale, gli viene affidata una missione suicida, ma rinuncia per paura e s'imbosca in una "qualunque" cittadina di provincia…; 13.) prima dell'amichevole Italia-Scozia, combatte in veste di pirata contro gli inferociti tifosi scozzesi; 14.) nel Futuro, è costretto a cedere "per motivi personali" la propria casa orbitante nello spazio al suo datore di lavoro. Al film si può rimproverare una mancanza di riflessione sociale sugli sfruttamenti storici che da sempre caratterizzano il controverso rapporto tra potenti, destinati al comando, e cittadini/proletari, obbligati all'ubbidienza, a favore di una spinta troppo costante in direzione dell'humour nero e della comicità che si autoalimenta sulle disgrazie umane di cui Fantozzi è, nel cinema italiano, il rappresentante per eccellenza. I tempi comici sono comunque rispettati e la durata contenuta (87 minuti) aiuta a valorizzare uno dei migliori capitoli della saga fantozziana. La sceneggiatura, come sempre, è opera del regista, dell'attore protagonista, del navigato duo De Bernardi-Benvenuti, di Alessandro Bencivenni e Domenico Saverni. Una colonna sonora un po' stonata e troppo moderna, mentre non è male il tormentone del manubrio che ritorna più volte nel film.
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ultimoboyscout
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martedì 6 marzo 2012
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fantozzi ogni oltre epoca!
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Lo sconfitto, l'umiliato, lo sfruttato e il frustrato per antonomasia, il simbolo dei soprusi subito dall'uomo moderno: dalla Genesi, passando per il Medio Evo e le Crociate, attraverso la Rivoluzione Francese e il proibizionismo americano, a trovarsi nel momento sbagliatissimo (e non poteva essere altrimenti) a Hiroshima fino a vivere nello spazio. Una carrellata di Fantozzi, che ovunque vada e ovunque si trovi, qualsiasi cosa dica o faccia rimane sempre lui: il perdente! Film che dimostra attraverso una serie di sketch che fantozzi è fondamentalmente un errore della creazione. Quinto film della saga dedicata all'uomo più sfortunato di ogni epoca (che ci fanno vedere anche in abito adamitico.
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Lo sconfitto, l'umiliato, lo sfruttato e il frustrato per antonomasia, il simbolo dei soprusi subito dall'uomo moderno: dalla Genesi, passando per il Medio Evo e le Crociate, attraverso la Rivoluzione Francese e il proibizionismo americano, a trovarsi nel momento sbagliatissimo (e non poteva essere altrimenti) a Hiroshima fino a vivere nello spazio. Una carrellata di Fantozzi, che ovunque vada e ovunque si trovi, qualsiasi cosa dica o faccia rimane sempre lui: il perdente! Film che dimostra attraverso una serie di sketch che fantozzi è fondamentalmente un errore della creazione. Quinto film della saga dedicata all'uomo più sfortunato di ogni epoca (che ci fanno vedere anche in abito adamitico...) con una messinscena diversa dai precedenti e dai successivi, un pò a corto di idee, molto goliardico e pieno di cliche ma che mantiene un certo fascino sul pubblico. Nonostante manchi la figura fondamentale di un qualche Megadirettore, il povero Fantozzi è regolarmente vessato e sottomesso da qualcuno e anche se la pellicola successiva lo annunci, è ben lontano dall'andare in pensione. Lo si può definire il canto del cigno per quanto riguarda il tragicomico ragioniere, la parodia storico-leggendaria regge ma di fatto i troppi successivi capitoli perderanno in forza, mordente, originalità e impatto. La formula del viaggio spazio-temporale è piaciuta ed è stat riproposta, con minor fortuna, da Carlo vanzina una decina di anni dopo.
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lorenzomnt
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venerdì 13 agosto 2010
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mah
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Secondo me è il peggiore della serie insieme a Fantozzi alla riscossa:secondo me l'idea di far passare il mitico ragioniere attraverso varie epoche storiche non funziona.Abbastanza buoni solo tre episodi.
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the game82
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venerdì 23 maggio 2008
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un grande superfantozzi
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saghe come quella del rag.non c'è ne sono e difficilmente c'è ne saranno!!!!!
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david, genova
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domenica 15 luglio 2007
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titoli alla burla
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In questo titolo c'è una caratteristica dei film di Fantozzi, cioè prendere in giro titoli di film famosi ("Superman", "Tartarughe alla riscossa", "Charlie, anche i cani vanno in Paradiso" (?)) dove il personaggio non fa ma subisce.
Molto bello. Solo il finale che non mi piace, perché mi dispiace.
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