elgatoloco
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lunedì 29 giugno 2020
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per nulla banale l''unico film di gassman come auto
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Certo per nulla banael queto unico film di Vittorio Gassman come autore-regsita, "Senza affetto, nullatenenti, cercano affettto"(1972, scritto da Gassman con Age e Scareplli sia come scoggetto sia come sceneggiatura). Prima di tutto; perché un solo film, a fronte del Gassman pluriregista teatrale, ipermattatore, autore di poesie e di un""quasi monologo"("Camper"recitato con il figlii ALessandro, 1992)nonché di altri testi? Probleabilmente perché Gassman si sentiva comunque più che altro "mattatore"teatrale, dove anche nel cinema riversava la sua verve teatrale. Poi: A)questo è un film sull'amicizia, nato anche dall'amiciia con paolo Villaggio , attore diversissimo da lui, non fosse che per il fatto di essere nato come cabaresttista, e qui la differenza viene giustamente accentuata, con Villaggio, timido, remissivo, anche se"birbone"ma in modo bambinesco, clericale, in quanto educato dalle suore in befrotrofio, mentre Gassman fa il "mago"-illusionista dai trascorsi"gloriosi", ma poi dalla carriera appannata che aiuta Villaggio nells sue"mesaventures"alla ricerca della sua vera madre e del suo"vero"papà.
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Certo per nulla banael queto unico film di Vittorio Gassman come autore-regsita, "Senza affetto, nullatenenti, cercano affettto"(1972, scritto da Gassman con Age e Scareplli sia come scoggetto sia come sceneggiatura). Prima di tutto; perché un solo film, a fronte del Gassman pluriregista teatrale, ipermattatore, autore di poesie e di un""quasi monologo"("Camper"recitato con il figlii ALessandro, 1992)nonché di altri testi? Probleabilmente perché Gassman si sentiva comunque più che altro "mattatore"teatrale, dove anche nel cinema riversava la sua verve teatrale. Poi: A)questo è un film sull'amicizia, nato anche dall'amiciia con paolo Villaggio , attore diversissimo da lui, non fosse che per il fatto di essere nato come cabaresttista, e qui la differenza viene giustamente accentuata, con Villaggio, timido, remissivo, anche se"birbone"ma in modo bambinesco, clericale, in quanto educato dalle suore in befrotrofio, mentre Gassman fa il "mago"-illusionista dai trascorsi"gloriosi", ma poi dalla carriera appannata che aiuta Villaggio nells sue"mesaventures"alla ricerca della sua vera madre e del suo"vero"papà... ; B)E'un"film "scirocccato"/ma con degesi marcata)dove si ride e ci si commuove un po'sui trvoatelli "sfigati", che non trovano le proprie oigini, che però riflette anche sul tempo in cui i due, heideggerianamente, "sono gettati", sullla situazione(dell'ìepoca, certo...)della sanità italiana e in primis però romana, dove, a fronte di un"viva Mao"continuo politicamente la situazione èp e rimane immobile, ingestibile e tetragona a ogni vero cambiamento... ; C)Un film d'attori, di interpreti, dove Gassman è il primus non inter pares, dove Villaggio è però un ottimo"secondo violino", dove comunque anche Corrado Gaipa(il giudice all'inizio del film, che poi, narratologicamente, p invero la conclsuione), Rossana di Lorenzo(la madre di Agostino-Villlaggio, dove anche il nome"Agostino"è un programma, in quanto si dava ai figli di mammea molto praticanti, per non dire"bigotte"..., che però esercita una professione-un mestiere, meglio, che p in controtendenza con quanto professato....), Isa Bellini, la zinagara morente, Toni Ucci ottimo caratterista , qui nel ruolo din infermiere, Giancarlo Fusco, che fa il"savanturier"acanrcoide ossia la sua parte e alri/e contornano un film"strano"nell'ambito della italian comedy, con spunti dickensiani esemp0lificati anche dalla bellissima e"atipica"canzonica"ninnanna"che peroccre tutto il film, testo di Gassman e note di Fiorenzo Carpi, autore del sound-track..., canzoncina da un lato ridanciana e dall'altra triste, per altro in corrispondenza totale con la personalità di Gassman(oggi, come dice il figlio Alessandro, possiamo recuperare anzi la versione"Gassmann", ossia con due "n"finali, corrispondendo al vero cognome del padre, germanico di origini ebraiche, il che un tempo non era consigliabile esibire, prima in epoca fascista poi in epoca"democattolica"più ancora che"democristiana"), notoriamente da un lato "aggressivo.-ironica"dall'altro depressiva. ; C) Il film, appunto quasi da"Indiani Metropolitani", circa un lustro prima che questi"si manifestassero"è in conrotendenza con molto cinema d'epoca, in particoalre italiano , rendendo ancora una volta il carattere"aritigianale", volendo "da bottega"della recitazione e dell'interpretazione, in breve del mestiere dell'attore... El Gato
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martedì 17 aprile 2018
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divertente e triste, come gassman
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Questo"Senza famiglia, nullatenenti, cercano affetto"(1972, di Vittorio Gassman)è una delle poche regie del grande"Mattatore"ed è una vera metafora psicologica e sociale(inno alla libertà, alll'amicizia, alla liberazione da clichés)-tra l'altro l'amicizia di Villaggio e Gassman era reale-in cui Agostino(un trovatello, con l'ossessione della ricerca dei genitori biologici)e Armando(Il"mago X", che non a caso dà adito a Gassman di esibirsi, che autoironicamente nella propria"locura"artistica , con tutta la prosopopea, dove la divinazione da circo è chiaramente metafora del teatro, oltre ad esserl anche per davvero, a suo modo)sono due amici per la pelle, o m,eglio lo diventano dopo un incontro casuale(ma quasi"segnato dal destino", volendo, per come si svolge.
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Questo"Senza famiglia, nullatenenti, cercano affetto"(1972, di Vittorio Gassman)è una delle poche regie del grande"Mattatore"ed è una vera metafora psicologica e sociale(inno alla libertà, alll'amicizia, alla liberazione da clichés)-tra l'altro l'amicizia di Villaggio e Gassman era reale-in cui Agostino(un trovatello, con l'ossessione della ricerca dei genitori biologici)e Armando(Il"mago X", che non a caso dà adito a Gassman di esibirsi, che autoironicamente nella propria"locura"artistica , con tutta la prosopopea, dove la divinazione da circo è chiaramente metafora del teatro, oltre ad esserl anche per davvero, a suo modo)sono due amici per la pelle, o m,eglio lo diventano dopo un incontro casuale(ma quasi"segnato dal destino", volendo, per come si svolge...)dove uno completa l'altro: Armando-Gassman è simbolo di libertà, anche confusionaria, Agostino è invece l'eterno insicuto, bisognoso di protezione e assistenza, che abbisogna cioé dell'amico"forte"Armando(alla fine, però, molto ammaccato da problemi di salute, che una volta erano tutti"appannaggio"di AgostinO). Sullo sfondo, Roma come espressione di un'Italia confusionaria, confusa, dove la sanità p allo sbando(terribile la satira dell'orfanotrofio, ma anche dei"tutori della legge", con i conflitti di competenza tra Carabinieri, Pubblica Sicurezza id est Polizia e Guardia di Finanza, oltre che degli ospedali, feroce la polemica anti-aristrocratica e in genere contro gli ambienti"in", come anche contro le rimasticature pseudo.culturali, più tenero lo sguardo rivolto alla contestazione, alle proteste etc.), come anche la considerazione di una società nel suo complesso"morta", dove rimane vivo(almeno fino a un certo punto)l'amicizia. Gassman si diverte, vistosamente)il film l'aveva anche scritto con Age e Scarpelli), a parlare in lombardo dialettale spinto(lui dalla dizione perfetta, a teatro e spesso anche nei film), a buttar là frasi in francese, a parodiare lo spagnolo, a rivolgersi a un cane in tedesco(sic!Polemica "postedipica con il padre?Forse), a... fare di tutto e Villaggio non è "spalla", ma protagonista a pieno titolo , in un ruolo peraltro decisamente complesso, che dimostra le sue capacità ben superiori a quelle genralmente ammesse. Poi comprimari Corrado Gaipa, Giancarlo Fusco, un giovane Carlo Delle Piane, qualcun altro. E deliziosa la canzoncina che i due cantano insieme, dove il vocal leader è, però, ovviamente Gassman, anche autore del testo della stessa(musica e musiche del"sound track"di Fiorenzo Carpi...). El Gato
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venerdì 10 giugno 2016
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gassman non solo"mattatore"
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Una delle poche regie cinematografiche di Vittorio Gassman, tra citazioni parodistiche da altri film("La dolce vita", di un decennio prima, ma è solo un accenno), il tema della coppia comico-grottesca in contraddizione perenne(Gassman alto e slanciato, Villaggio piccolo e"tombolotto", Gassman ipespigliato, Villaggio ultra-introverso e timido), la critica ai luoghi comuni e ai proverbi, la satira(non priva, però, di una certa ammirazione)della moda magico-occulistica che negli anni Settanta tornava a farsi viva, tra hippismo ormai in crisi e pre-new age o meglio già agli inizi, la denuncia dei mali sociali italioti(ospedali in crisi totale, anzi peggio, orfanotrofi derelitti etc.
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Una delle poche regie cinematografiche di Vittorio Gassman, tra citazioni parodistiche da altri film("La dolce vita", di un decennio prima, ma è solo un accenno), il tema della coppia comico-grottesca in contraddizione perenne(Gassman alto e slanciato, Villaggio piccolo e"tombolotto", Gassman ipespigliato, Villaggio ultra-introverso e timido), la critica ai luoghi comuni e ai proverbi, la satira(non priva, però, di una certa ammirazione)della moda magico-occulistica che negli anni Settanta tornava a farsi viva, tra hippismo ormai in crisi e pre-new age o meglio già agli inizi, la denuncia dei mali sociali italioti(ospedali in crisi totale, anzi peggio, orfanotrofi derelitti etc.), qualche sferzata, neppure cattivissima, alla contestazione allora già languente(il 1868 era passato da quattro anni); la simpatia-dolceamara, però, certo- per i derelitti, altro ancora, come la "placida"(soft)e non troppo irriverente delle preghiere diventate citazioni di cantanti... E soprattutto(ma anche sopra tutto)l'arte di Gassman, sublime(o detestabile, per chi lo ha detestato e detesta, erroneamente, per chi scrive)del gramelot esibito(tra Basso Padano, sorta di lombardo-piacentino, con qualche incursione nello spagnolo maccheronico ma poi non troppo), che però non soffoca la produzione del senso del film, tra comicità non fortissima nè esibita, ironia, autoironia, malinconia di fondo, quasi"mestizia"... Villaggio anch'egli ottimo(prima di"Fantozzi"etc.), efficacissimo, bene Gaipa e Ucci come comprimari e una pletora di interpreti , maschili e femminili, di ottimo livello. Cinema da rimpiangere, quello degli anni Settanta-Settanta, qui con i disegni di Pino Zac, oltre a tutto e Gassman che canta il leitomotiv del film. El Gato
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