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domenica 17 dicembre 2023
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joyce, la solitudine, la tempesta di sabbia...
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Nelo Risi non ha diretto molti film come il fratello più famoso Dino, ma se sono tutti come questo, tanto di cappello! Un thriller per nulla dozzinale, con pochi personaggi ben delineati e con la protagonista Jean Seberg (con i capelli biondi finalmente più lunghi del consueto) che sfodera una sensualità dirompente a anche imbarazzante, se si considera che il film è del 1970. I punti forti sono la location, Agadir in Marocco, un posto dove la luce è abbagliante e la vita modesta, anche se la casa di Joyce è lussuosa e piena di tecnologia, compreso un notevole registratore a bobina. Poi c'è il comportamento bizzarro del marito, che spesso la saluta con messaggi registrati ma la lascia sempre sola.
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Nelo Risi non ha diretto molti film come il fratello più famoso Dino, ma se sono tutti come questo, tanto di cappello! Un thriller per nulla dozzinale, con pochi personaggi ben delineati e con la protagonista Jean Seberg (con i capelli biondi finalmente più lunghi del consueto) che sfodera una sensualità dirompente a anche imbarazzante, se si considera che il film è del 1970. I punti forti sono la location, Agadir in Marocco, un posto dove la luce è abbagliante e la vita modesta, anche se la casa di Joyce è lussuosa e piena di tecnologia, compreso un notevole registratore a bobina. Poi c'è il comportamento bizzarro del marito, che spesso la saluta con messaggi registrati ma la lascia sempre sola. Infine la figura del dottor Volterra, il "saggio" di turno che Joyce usa come confidente. Tutto gira intorno a Joyce, bellissima e tormentata, vittima di crolli psicologici per mancanza di affetto, con una vita sessuale di fatto quasi inesistente, in preda spesso a turbamenti che la inducono anche al suicidio. Il film di Nelo Risi di può classificare come thriller-erotico, visto che non lesina nel mostrare Jean Seberg spesso nuda e in atteggiamenti provocanti, che l'attrice rende molto convincenti. Pistilli (dottor Volterra) qua recita in un ruolo molto distante dai soliti western casalinghi o dai ruoli che assumeva negli sceneggiati polizieschi televisivi (uno su tutti "La donna di picche" della saga "Tenente Sheridan") ma è convincente come medico-confidente. Una scena triste ma significativa si nota nel momento in cui Joyce cerca di sedurre il giovane in casa sua, visto che lui inspiegabilmente non ci sta, a cui segue un pianto dirompente di Joyce. La tempesta di sabbia arrivata all'improvviso è senza dubbio la classica "goccia che fa traboccare il vaso", visto che alza la temperatura già elevata in Marocco a livelli insopportabili, con gli operai delle imprese che si rifiutano di lavorare e con Joyce che non riesce più a reggere il ritmo imposto da solitudine, caldo e mancanza di affetto. Il finale è inaspettato ma adeguato e rende notevole questo piccolo capolavoro poco conosciuto e (quasi mai...) trasmesso in TV. Quindi un altro grazie allo staff di "Fuori Orario" su RaiTre per averlo trasmesso a notte fonda, e va benissimo così. Ormai i cinefili e gli amanti della "Settima Arte" sanno che il meglio arriva sempre di notte... - di "Joss" -
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il giustziere
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venerdì 13 giugno 2008
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jean seberg è viva e ha 69 anni! evviva!
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Bravi voi di My Movies! Avete scoperto come la Cia inscenò il finto suicidio di Jean nel 1979, l'8 settembre per la precisione. Oggi vive felice la sua vecchiaia nell'Hotel Paradiso assieme a Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Romy Schneider e Elvis Presley (oltre a mille altri).
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monnezza
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lunedì 14 novembre 2005
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critici di regime tacete
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Montale sfotteva i poeti che ceracvano parole come tartufi, ovvio il bersagliio D'Annunzio. Nelo Risi è un bel tartufone, la recensione di uno dei tanti assassini del cinema Italiano è la solita visione aberrante, di come NON si deve parlarte di cinema, quando non se ne comprende la natura. Inutile I Rondi, Kezoc, Grazzini, oltre alle solite sbrodolate , insegnano pure, ill risultato lo abbiamo sotto gli occhi , è aberrante questa manichea, ottusa, visione del cinema, non fa che allontanare gli spettatori. Leggendo le righe del grazzini, il film di un 'Marginale' come Nelo Risi, sembra di dover inghiottire la medicina amara. il mattone culturale, mentre l'opera, colei che parla è tutt'altro
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