Discesa Libera

Un film di Sandro Torella. Con Jennifer Mischiati, Michele Gammino, Gaetano Mosca, Sandro Torella.
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Commedia, - Italia 2025. uscita martedì 9 settembre 2025. MYMONETRO Discesa Libera * * * 1/2 - valutazione media: 3,61 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

tanti spunti da meditare...

di Linda A.


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sabato 18 ottobre 2025

Il film, che si apre con una ripresa dall?alto dando un senso di respiro, ha il grande pregio anzitutto di essere, finalmente, davvero adatto a tutti. Un film per famiglie, senza il connotato di banalit? e buonismo patinato che questa categorizzazione in genere comporta. Anzi, ? forse un film che andrebbe proprio visto in famiglia, fatto vedere ai bambini perch?, con un ritmo agile, apre non solo a riflessioni su alcune tematiche (tra cui la centrale: il morbo di Alzheimer), ma anche ad un avvicinamento ad una realt?, quella dell?anziano affetto da demenza, che talora incute una sorta di timore reverenziale o di vago istintivo (forse anche incolpevole) disprezzo nei pi? giovani.
Il film cerca invece di mostrare il lato umano di questi malati, cui ? possibile relazionarsi a patto che si sappia scegliere ed assecondare per ciascuno il giusto canale, si mostra infatti la variet? delle situazioni, senza negare le difficolt? indubbie nella loro gestione e gli interrogativi che sorgono (es. quanto ? lecita e fino a che punto la contenzione fisica? Come si deve elaborare o rielaborare il diritto di fronte ad una patologia di questo tipo?).
Con riprese accurate ed un ritmo rapido, accompagnato e scandito da un?efficace colonna sonora, si segue il percorso del giovane protagonista che, censurato come comico (e qui il tema del controllo politico e dello show business), si trova ad assistere e poi occuparsi di Vittorio (anziano con Alzheimer che gi? conosceva) e successivamente di un piccolo gruppo dentro una comunit?.
Nasce cos? il confronto tra l?arrampicata di Manuel, che si destreggia veloce e talora spregiudicato tra persone e burocrazia, e Vittorio, che ? fuori del tempo e segue il suo mondo interiore, lento e talora confuso, in cui ? in qualche modo isolato (di qui la frase famosa: ?siamo due isole senza mare?). L?uno sempre in azione, l?altro quasi fermo. L?uno che non medico, non parente, percepisce, dietro la triste comicit? di alcune situazioni, la drammaticit? umana di un uomo che non ricorda pi? neanche la moglie morta, l?altro che cerca un equilibrio giorno per giorno e si riaccende, paradossalmente, proprio nei ricordi della pi? lontana infanzia, attualizzandoli.
Manuel progressivamente matura una sintonia che lo porta a cercare un approccio terapeutico alternativo, avvalendosi tanto di studi recenti, quanto dell?arte (la letteratura e la recitazione) e che lo porta a collaborare, ma anche a scontrarsi, con l?approccio tradizionale, codificato e scientifico rappresentato dalla dottoressa. Non ? un aut aut ma un cercare di incontrarsi, riuscendoci a volte s? e a volte no.
Gli attori, tutti bravissimi ed in ruoli spesso non semplici e mai banali, si mescolano a malati veri che radicano l?opera dentro l?autenticit? del reale, fuori dello schermo. A film concluso restano in mente i sentimenti, soprattutto incarnati dalla donna il cui marito si finge malato per starle accanto e si ritiene soddisfatto anche solo dall?essere riconosciuto da lei come padre, piuttosto che come estraneo. A scuoterla ? solo il ricordo, troppo devastante per essere cancellato, del figlio evidentemente morto, ricordo che li mantiene ancora uniti, pure nella mente di lei, quasi bloccata all?et? di ragazza.
Il limite del film ? il non sviluppare tutto il ricco materiale che contiene. Sembra che alcuni passaggi narrativi siano riassunti, saltati, dati per scontati o appena accennati, ma questo ha una ragione nel budget limitatissimo di cui il regista disponeva trattandosi di un film autoprodotto e finanziato solo da sponsor, persone comuni e fondazione Alzheimer, budget che ha dettato tempi necessariamente ristretti all?osso.
Tolto ci?, l?opera funziona, non annoia, riecheggia talora alcuni film cult, rielaborando per? la tematica in modo n? deprimente n? romanzato, inserendo riferimenti alle cure reali di questi malati e offrendo un parallelo tra le loro vite, in cui l?identit? ? solo presente, ricostruita ogni giorno ed ancorata ad una memoria invece ferrea di elementi del passato pi? lontano, e la condizione dell?attore che pure reinventa periodicamente se stesso, calandosi in un?identit? richiesta volta per volta e poi quasi dimenticata, come a suggerire il grande interrogativo di cosa sia l?identit? personale e quanto di essa sia costruzione, cio? recita, pi? o meno inconsapevole.

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