The Last Duel

Ho visto il film e mi e’ molto piaciuto. A dispetto della durata che va oltre la media, il film e’ avvincente con scene e immagini che ti immergono appieno nell’atmosfera dal sapore gotico tipica del Medioevo. Crudo e drammatico al punto giusto, mai osceno anzi con un romanticismo a volte celato da un cinismo funzionale non tanto all’ambizione e all’arrivismo, ma sopratutto ad un atteggiamento di resilienza umana necessaria per la sopravvivenza in un’epoca difficile. Sullo sfondo primeggia la figura della bellissima moglie di Jean De Carrouges (interpretato dal grande Matt Damon). Marguerite, perfetta nella figura di “madonna” .  Oltraggiata  dalla prepotenza di uomini (lo scudiero Le Gris, i monaci inquisitori del processo e lo stesso marito) che evidentemente poco avevano inteso sulla reale importanza della donna nell’umanita’, ma mai persa e mai vinta a tal punto che (non vi nascondo) un dubbio mi ha assalito dopo la visione del film. Siamo proprio sicuri che la vera dominatrice di tutta la vicenda non sia proprio lady (madame) De Carrouges?! Rivedo l’inquadratura delle pantofole in stoffa e inserti dorati della stupenda Marguerite sull’altana pronta per il rogo e mi vengono in mente le stesse scarpe che l’aitante Le Gris aveva consigliato (qualche scena prima) al suo amico e compagno di divertimenti Pierre, cugino di re Carlo VI. Coincidenza?! Oppure il grande Ridley Scott ci ha voluto dare spunti di riflessione e donarci quel senso di enigma che ben si legge sul volto di Marguerite De Carrouge nella scena finale?! Perché riproporre per ben tre la stessa scena dell’oltraggio di Le Gris verso Marguerite, seppur narrata da tre angolazioni e personaggi diversi?!