Lo scontro dialettico tra due perdite: una artistica, l'altra affettiva. Questo piccolo ma gigante film ne è la sofferta ma necessaria sintesi. Premio della giuria nel 2021 a Cannes, ora su Mubi
di Giorgio Amadori Sentieri Selvaggi
Nadav Lapid, al suo terzo lungometraggio, porta alle estreme conseguenze la lacerazione fisica e spirituale con il suo paese. Il rifiuto del protagonista di Synonymes nei confronti di cultura e lingua ebraica guadagna i caratteri di una denuncia urlata proprio entro i confini israeliani. Il grido di protesta di Y. il regista protagonista di Ahed's Knee si carica di odio e amore, senso di colpa e gratitudine per un paese che l'ha cresciuto e mandato al fronte. Un paese "i cui governanti - secondo Lapid - così volgari, codardi e grotteschi, impediscono di respirare aria fresca alle menti dei cittadini, facendo dimenticare loro che non esiste un solo popolo ma milioni di popoli, che non esiste un solo stato ma milioni di stati. [...]
di Giorgio Amadori, articolo completo (3509 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 7 febbraio 2023