Dall'inesauribile patrimonio degli home movies, cinema di archeologia sentimentale che ricostruisce la vita di "un uomo non illustre". Al 40° Filmmaker International Film Festival
di Lorenzo Ciofani La Rivista del Cinematografo
Il precedente lavoro di Stefano P. Testa, Moloch (2017), ricostruiva il ritratto di un personaggio fuori dall'ordinario attraverso le immagini tratte da vecchie videocassette abbandonate in un capannone. L'aspetto che rendeva quel progetto qualcosa di davvero intrigante stava proprio nella restituzione e quindi nel ripensamente delle vite di quelli che Giuseppe Pontiggia chiamava gli "uomini non illustri".
Nel panorama dell'audiovisivo contemporaneo è sempre più intenso l'interesse nei confronti degli archivi privati composti dagli home movies, luoghi fondamentali non solo per capire l'evoluzione del costume, i rituali domestici, lo sguardo dei cineamatori, ma anche per rinnovare la memoria racchiusa nella grana della pellicola e immaginare ipotesi di narrazione alternative alla realtà. [...]
di Lorenzo Ciofani, articolo completo (2738 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 4 dicembre 2020