Ogni tanto ci si imbatte in un film intelligente, in questo caso tratto dal una vicenda reale.
Il film inizia nel 1872 quando l'Università di Oxford dopo 20 anni di insuccessi, incarica con una scelta audace anche se contrastata, il sig. James Murray (Mel Gibson) autodidatta senza titoli accademici, ma gran conoscitore delle lingue nonché filologo che insegna grammatica in un collegio, a redigere l'Oxford English Dictionary. L'autore con il sacrificio della famiglia (moglie e 4 figli) che deve abbandonare un esistenza tranquilla ma lo segue e lo sostiene in un lavoro che si rivela ben più difficile del previsto. Non si tratta infatti di una semplice elencazione di termini, ma di ogni parola si deve definire il significato etimologico, i sinonimi, le citazioni che si hanno nella letteratura inglese a partire dal 1300, insomma un lavoro immenso. Murray trova la collaborazione di uno strano individuo il dottor William Minor (Sean Penn) medico militare americano in pensione. Minor è affetto da mania di persecuzione ed è convinto che un soldato a cui era stato costretto a marchiare a fuoco la guancia con la D di disertore lo perseguiti per ucciderlo, in realtà non c'é persecuzione solo che il dottore è rimasto sconvolto dagli orrori della guerra civile. Minor fugge a Londra e una notte uccide confondendolo con il suo persecutore immaginario, un poveraccio che lascia la giovane moglie Eliza (Natalie Dormer) e sei figli, condannato al manicomio criminale in quella struttura salva un guardiano che stava per morire dissanguato, ottenendo l'amicizia dei guardiani e la benevolenza del direttore sanitario. Per caso risponde ad un appello di Murray che cercava collaboratori volontari e grazie alla sua conoscenza della letteratura inglese e al suo metodo di ricerca Murray riesce a sbloccare il dizionario. Lascio i vari episodi che drammatizzano la vicenda, il dizionario uscirà nel 1928, Murray diventato Sir e dottore morirà 13 anni prima quando era già arrivato alla lettera T.
La narrazione è avvincente e storicamente corretta nei punti essenziali e rivela il genio di Mel Gibson che riesce a creare sempre opere originali (innanzitutto i capolavori Passion e Apocalypto oltre che Braveheart e Il Patriota). Si è evidentemente ripreso dalle turbolenze personali che avevano compromesso la carriera e fa un intepretazione sofferta ma riuscita di un amante della cultura compassato e ostinato ben lontano dagli schemi recitativi in passato, accanto a lui Sean Penn fa un'interpretazione superlativa di un uomo pazzo ma di una profonda sensibilità e cultura che riuscirà a riappacificarsi e diventare amico della vedova (che lui assiste economicamente dopo un iniziale rifiuto di lei) interpretata bene da Natalie Dormer famosa per il suo mettersi nuda in TV o nei film (Vedi Il Trono di Spade e In Darkness) ma una volta tanto vestita. Il regista è il persiano Shemran collaboratore di Mel Gibson sia in Passion che in Apocalypto, come sceneggiatore e coproduttore, buona la sua direzione e ottima la ricostruzione dell'ambiente vittoriano.
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