Il film “Seule à mon marriage” è stato proiettato solo una serata. Ma all’inizio della proiezione abbiamo ascoltato e visto, con la presentazione italiana, la regista Marta Bergman. L’impressione è stata di una profonda dolcezza, sebbene in tutto il film ci sia la consapevolezza tangibile che la vita è dura, caratterizzata da acquisti temporanei e perdite assolute, e che la pace non può esistere finché le femmine sono discriminate dai maschi. Non so perché la regista sia particolarmente interessata ai rom.
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Il film “Seule à mon marriage” è stato proiettato solo una serata. Ma all’inizio della proiezione abbiamo ascoltato e visto, con la presentazione italiana, la regista Marta Bergman. L’impressione è stata di una profonda dolcezza, sebbene in tutto il film ci sia la consapevolezza tangibile che la vita è dura, caratterizzata da acquisti temporanei e perdite assolute, e che la pace non può esistere finché le femmine sono discriminate dai maschi. Non so perché la regista sia particolarmente interessata ai rom. Certo che se il senso della vita sta nella diversità, questa viene espressa in modo particolare dall’incontro-scontro tra la rom, Alina Serban, per certi sensi selvaggia ma coraggiosa, e il belga Bruno, single un po’ stagionato e a postino, Tom Vermeir, figlio unico, in una famiglia dove la madre, come spesso le italiane, sono mammone e amorevolmente invadenti. Alina ha una figlia piccola (Rebecca) ma vive sola con la nonna, sono poverissime, la figlia il frutto di una fugace notte d’amore e non di un patto duraturo. Alina per sfuggire alla miseria, tramite una agenzia matrimoniale di Bucarest, trova un contatto con un belga che parta francese (perché i Francesi sono più gentili, non come i maschi locali) e va a trovarlo a casa sua. A questo punto potremmo essere terrorizzati di trovarci di fronte ad un pervertito e alle sue malegrazie, ma non è così, Bruno infatti condivide con la regista la sua dolcezza. E le figure maschili non sono per niente inquietanti, Alina per recarsi in Belgio, deve abbandonare la figlia alla nonna. La nonna muore per la strada, con la piccola al suo fianco, ignara. Un gruppo di passanti le ritrovano, e dicono a uno di loro, Marian, di prendersi la bambina. Assistiamo ad una adozione sorprendente.
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