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Parliamo del film Chesil Beach – Il segreto di una notte, del regista Dominic Cooke. Inconsistente, e cercherò di addurre le mie ragioni. Da un romanzo di Ian McEvan, che non ho letto, quindi non so quanto il film lo rifletta con accuratezza. Se lo riflette, e non è farina del sacco di Cooke, mi viene da pensare che Ian McEvan sia più preoccupato della pagnotta che dell’effetto educativo, di crescita, che l’arte dovrebbe anche avere sul essere umano, a tal punto da dispensare delle sdolcinature e inaccuratezze sentimentali che hanno del clamoroso. Non c’è dubbio che protagonisti, Edward Mayhew (Billy Howle) e Florence Ponting (Saoirse Ronan) siano dei personaggi piuttosto sofferenti e autosvalutativi per colpa delle rispettive famiglie. Di Edward sappiamo che vive in una casa nel caos, che sua madre (prima picchiatella, poi danneggiata cerebralmente) non lo ha per niente nella testa e non se ne prende cura, ma neanche quel buonuomo di suo padre non è sufficiente buono, a tal punto da non sapere a chi comunicare che ha ottenuto la laurea con lode. Ciò nonostante la famiglia Mayhew appare paradossalmente piuttosto carina e solidale, e per tutto il film. Edward riesce a comunicare la notizia del suo successo ad una estranea, Florence, una violinista che si è laureata col massimo dei voti e la lode, che incontra occasionalmente in un incontro della sinistra, che appare fulminata da lui come Paolo a Damasco. Della famiglia Ponting c’è da stare poco allegri, insopportabili, beceramente di destra e assentemente solidali, il padre ossessionato dall’onnipotenza, non ha posto per nessuno, e la madre non è una madre per Florence. Ne vengono fuori due personaggi gravemente deprivati, per cui potresti comprendere che ha questo punto non ha senso parlare di relazione amorosa tra due individui adulti, ma che c’è spazio solo per la relazione primaria, altrimenti è il vuoto, l’assenza. Ma Florence gioca a fare la matura, fa l’innamorata, si prende cura perfino della madre di Edward. Il palco comincia a scricchiolare il giorno delle nozze, quando comprendiamo che l’infatuazione di Florence per Edward è una finta relazione amorosa, solo per salvare la relazione, anche se non ci si tocca, pure i bacetti sono difficili. Edward è distrutto, le aspettative di vita compromesse, potrebbe commettere uno sproposito, ma è un bravo ragazzo e non lo fa, e potrebbe tutto finire qua. Tutto crolla quando scopriamo che Florence l’ha data tranquillamente e senza difficoltà al violoncellista del suo quartetto, col quale ne ha scodellato perfino tre di figli. Allora rimaniamo smarriti, basiti, quale è stato il senso della storia con Edward, una relazione sado-masochistica, del tipo guardami ma non mi toccare? Se Florence era innamorata della musica, si poteva procedere in quella direzione, invece di scomodare una pseudo psicologia. Il film finisce con l’ultima esecuzione del quartetto, ormai invecchiato. Mi ha fatto pensare alla mazurca ballata dai vecchi vampiri in “Non mordermi sul collo” di Roman Polanski, lì gustosissima, qui penosa.
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tami
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mercoledì 13 luglio 2022
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punto di vista opposto a cardclau
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Questo commento sembra scritto dal protagonista, si legge in queste parole lo stesso orgoglio e la stessa ottusaggine che spinge il Lui della storia a serrarsi dentro il suo vittimismo ed a percepire la realtà intorno come statica e non modificabile. Lei segue invece, come è normale nella vita, una evoluzione. Sono in movimento sia lei sia la realtà intorno. Dopo quella terribile notte è finalmente conscia dei suoi problemi sessuali fino ad ora ignorati, ricostruisce la sua vita con un uomo che invece di irrigidirsi ne comprende le paure e la prende per mano nel suo percorso di crescita. Prova dopo prova e frustrazione dopo frustrazione (non si lascia intendere un "senza difficoltà" come scrive cardclau), complice anche la rivoluzione sessuale avvenuta negli anni successivi, riesce a superare i suoi blocchi fisici e mentali (cosa che sarebbe accaduta anche col protagonista se lui non si fosse stupidamente offeso e non avesse rifiutato il suo tentativo di riconciliazione come si vede nel finale).
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Questo commento sembra scritto dal protagonista, si legge in queste parole lo stesso orgoglio e la stessa ottusaggine che spinge il Lui della storia a serrarsi dentro il suo vittimismo ed a percepire la realtà intorno come statica e non modificabile. Lei segue invece, come è normale nella vita, una evoluzione. Sono in movimento sia lei sia la realtà intorno. Dopo quella terribile notte è finalmente conscia dei suoi problemi sessuali fino ad ora ignorati, ricostruisce la sua vita con un uomo che invece di irrigidirsi ne comprende le paure e la prende per mano nel suo percorso di crescita. Prova dopo prova e frustrazione dopo frustrazione (non si lascia intendere un "senza difficoltà" come scrive cardclau), complice anche la rivoluzione sessuale avvenuta negli anni successivi, riesce a superare i suoi blocchi fisici e mentali (cosa che sarebbe accaduta anche col protagonista se lui non si fosse stupidamente offeso e non avesse rifiutato il suo tentativo di riconciliazione come si vede nel finale). Il senso della storia con Edward è che insistendo invece di arrendersi alle prime difficoltà, le cose sarebbero potute cambiare e ne è la dimostrazione il fatto che lei, con un altro che non si è arreso, ha risolto i suoi problemi ed ha fatto emergere una sessualità prolifica (visti i numerosi figli). Altra dimostrazione del senso della storia con Edward è l''emozione che provano entrambi nel rivedersi dopo 40 anni, bellissima scena strappalacrime che vuole dare prova del fatto che si trattasse di un amore vero, anche se purtroppo ancora inesperto, infantile e inadeguato.
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