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                La Prunelle de Mes Yeux
 “La lingua può nascondere la verità, ma gli occhi – mai!”
 Michail Bulgakov
 
 
 Cosa c’entrano Für Elise, pezzo per pianoforte di Beethoven e il Rebetiko? Niente apparentemente, se non fosse che nel film, La Prunelle de Mes Yeux, i due protagonisti, una francese e un greco s’innamorano suonando ciascuno il suo.
 Luce dei miei occhi, è una commedia ambientata a Parigi in una singolare comunità greca, dove il Rebetiko fa da colonna sonora di sfondo e la musica interna del film continua con la protagonista Mélanie Bernier, un’accordatrice cieca che sa suonare solo Per Elisa.
 L’idea - racconta la regista Axelle Ropert - nasce da una capacità di osservazione della vita quotidiana, trasformata in storia, ponendo grande attenzione al dettaglio. “Vedevo ogni giorno una scena commovente nel mio quartiere: una madre cieca che accompagnava la bambina a scuola. Da li, ho pensato che sarebbe stato interessante non oltrepassare la linea del politicamente corretto su una disabilità come la cecità, ma anche di cercare dei momenti ilari. E così è nata questa storia d’amore in ascensore.
 Mi è sempre piaciuto il cinema classico americano, come quello di Lubitsch - continua la regista - in cui l’eleganza si mescolava al tragico e al comico”. Pudore, dolcezza e passione per gli attori, uniti a intuizione e sensibilità, sono infatti elementi primari del film. A questi si aggiunga la Grecia, la crisi molto toccante su quello che sta distruggendo un paese così grande e il Rebetiko che è una musica provvidenziale, che cura gli animi.
 Il tutto è poi nutrito da testi veloci, originali, brillanti, un ottimo lavoro di scrittura, montaggio e stile, per narrare la fragilità di un handicap, con schermaglie amorose quasi shakesperiane, in un intreccio non banale che di sicuro anche con qualche risata, fa riflettere su diversità, marginalità e tensioni dei protagonisti, tutti anche ottimi attori.
 
 
 
 
 
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