"Zodiac. Signs of the Apocalypse"di David Hogan(2014)si inserisce certamente nel filone apocalittico(nella fattispecie post-Maya), ma cerca una spiegazione e lo trova, per non dir tutto, in un marchingegno che consentirebbe di"smontare l'effettto"o almeno di ritardarlo-non è dato sapere di più, ovviamente... Effetti non proprio perfetti(la teconologia disponibile consentirebbe, ritengo, di fare decisamente di pià), talora incongrua la storia narrata(le tenere controversie padre-figlio soprattutto all'inizio del film non sono proprio il massimo, per ex.)e altro ancora non testimoniano a favore di un film particolarmente geniale o di riusicta eccelsa, ma...bisogna accontentarsi, anche considerando che il film non è una produzione "A", ma rientra piuttosto, decisamente, in quello che definiamo anocra un"B- movie"... Riuscite le architettura d'interni, che sembrano cogliere bene, se non al meglio da un lato il rifugio per i tre sopravviussuti, dall'altro il locus dove collocare la vicenda e la sua(temporanea?Quasi certamente sì, solo temporanea, anche perché potrebbe esserci un"number two")"soluzione"o come vogliamo chiamarla.Prove interpretative discrete senza essere al "top", comunque in linea con un onesto artigianato che negli States è comunque sempre assicurato da molti/e interpreti che si cimentano in quell'impresa-ndustria che si chiama"cinema", il che non vuol dire che siano"sanza infamia e sanza lodo", per dirla con il Sommo Poeta. Altra cosa, esobitante da queste brevi riflessioni, sarebbe il chiedersi del perché questo genere(per alcuni"sottogenere"che definiamo e qui già si autofeinisce(vedi il titolo stesso del film)"apocaliittico"abbia sempre tanto appeal e successo. Sarebbe, appunto, un'altra cosa e la spiegazione se la darà facilmente chi legge, a seconda della sua sensibilità e delle sua cultura. El Gato
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