Ci sono tanti modi per raccontare la “crisi esistenziale” (malattia che affligge un pò tutti, in vari momenti della vita, con esiti più o meno gravi). In “Diario di un maniaco perbene” , opera prima di Michele Picchi, viene scelta la via garbata. L’artista 40enne, innamorato irrisolto delle donne, alla ricerca di una propria ispirazione, ha il volto e la fisicità di Giorgio Pasotti, perfetto in ogni sfumatura. Un film in equilibrio su tante cose, in una quotidianità rarefatta e senza obblighi e scadenze impellenti, che forse non incontrerà i favori del vasto pubblico (cui si addicono le produzioni pecorecce e sguaiate) , ma che ha un suo motivo d’essere giocato sull’ironia e la bellezza dei sentimenti.
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Ci sono tanti modi per raccontare la “crisi esistenziale” (malattia che affligge un pò tutti, in vari momenti della vita, con esiti più o meno gravi). In “Diario di un maniaco perbene” , opera prima di Michele Picchi, viene scelta la via garbata. L’artista 40enne, innamorato irrisolto delle donne, alla ricerca di una propria ispirazione, ha il volto e la fisicità di Giorgio Pasotti, perfetto in ogni sfumatura. Un film in equilibrio su tante cose, in una quotidianità rarefatta e senza obblighi e scadenze impellenti, che forse non incontrerà i favori del vasto pubblico (cui si addicono le produzioni pecorecce e sguaiate) , ma che ha un suo motivo d’essere giocato sull’ironia e la bellezza dei sentimenti. Caso raro, per il cinema italiano.
Bella come un pomeriggio d’estate, Roma, ancora una volta, fa da cornice ed incanta anche nei suoi scorci meno turistici.
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