La confessione

Con questo lungometraggio il regista mette sotto i riflettori argomenti sempre attuali, servendosi di una buona dose di originalità e poesia. Il film scorre tra le belle immagini di Gangi (paese delle Madonie) e gli interventi della voce narrante (che interpreta i pensieri del protagonista muto). La trama è semplice ed efficace: Negli anni '30, tre uomini afflitti da una condizione di vita miserevole, studiano un piano per cercare di arricchirsi, dovranno rapire il figlio di un ricco barone, la fortuna però non sarà dalla loro parte. All'interno di questa vicenda c'è anche spazio per una storia d'amore tra due giovani, un amore fatto di poche parole e tanti sguardi rubati. Potrebbe addirittura sembrare che la storia non sia altro che un pretesto per raccontare la visione del mondo del regista, un mondo dove la società opprime l'essere umano nel profondo dell'animo, e ad averla vinta sono sempre "i soliti potenti" . Il metodo narrativo un pò letterario, le scelte tecniche che ricordano a tratti film classici e a tratti film molto attuali, gli attori non professionisti ma calatissimi nella parte, assieme alla scelta di dare ampio spazio alle bellissime musiche, tutti questi elementi assieme, danno come  l'impressione di assistere ad una nuova corrente cinematografica. D'altro canto però, il budget evidentemente basso, fa si che alcuni aspetti del film, risultino non eccellenti, tra i quali: poche comparse e quindi ridotto dinamismo delle scene, l'audio (sia la presa diretta che la post produzione) poteva essere migliore, musiche a volte un pò invadenti. Un film da vedere per la sua orginalità mista a poesia, ma statene lontani se siete alla ricerca di effetti speciali, azione, e puro intrattenimento.