diomede917
|
martedì 3 settembre 2013
|
juan/ernesto
|
|
|
|
Ispirato alla storia vera dei suoi genitori e dedicato alla madre "scomparsa" il 13 Ottobre del 1979, Benjamin Avila realizza il suo film sul drammatico argomento dei Desaparecidos usando una prospettiva diversa......ad altezza del bambino che è stato e che è rimasto segnato da quegli anni difficili.....il tutto sotto l'ala protettiva del premio Oscar Luis Puenzo.
Il protagonista e' Juan chiamato così dai genitori in onore a Juan Peron.
[+]
Ispirato alla storia vera dei suoi genitori e dedicato alla madre "scomparsa" il 13 Ottobre del 1979, Benjamin Avila realizza il suo film sul drammatico argomento dei Desaparecidos usando una prospettiva diversa......ad altezza del bambino che è stato e che è rimasto segnato da quegli anni difficili.....il tutto sotto l'ala protettiva del premio Oscar Luis Puenzo.
Il protagonista e' Juan chiamato così dai genitori in onore a Juan Peron......un bambino che ha sempre vissuto e convissuto le battaglie e l'ideologia dei propri genitori appartenenti ai guerriglieri peronisti dei "Monteneros",un bambino che ha visto il proprio padre ferito da un colpo di pistola (la scena che apre il film) e che girovaga per il mondo fino a tornare in Argentina nel 1979.....
È qui che inizia la sua infanzia clandestina sotto le spoglie di Ernesto come il suo idolo Che Guevara.......ma il mondo fatto di ideali e pistole cozza con quello adolescenziale quando il suo cuore inizia a battere per Maria la sorell del suo compagno di scuola......li capisce come e' difficile provare i propri sentimenti quando vivi un'identità non tua, quando festeggi un compleanno non tuo.....
Il regista tratta benissimo questa fase del suo film che è anche la migliore con questa innocenza degli undicenne che viene ben rappresenta nella scena del campeggio o nel confronto con lo zio adulto che paragona l'amore per una donna a una pralina al cioccolato.......fino ad arrivare alla scena del primo bacio al luna park che purtroppo riporta alla dura realtà il giovane protagonista......
In questo contesto la grande storia fa da cornice con la sua violenza che vista con gli occhi di un bambino si trasforma in un fumetto molto dark che però non lascia alcuna speranza
Voto 7,5
[-]
|
|
[+] lascia un commento a diomede917 »
[ - ] lascia un commento a diomede917 »
|
|
d'accordo? |
|
rampante
|
sabato 7 dicembre 2013
|
infanzia rubata
|
|
|
|
Il mondo partigiano dall'interno, senza filtri
E' una storia sconvolgente e si basa sul racconto di un dramma infantile e autobiografico realmente accaduti al regista da piccolo
Siamo in Argentina, 1979, i genitori del dodicenne Juan, giovani attivisti esiliati a Cuba decidono di tornare a Buenos Aires dopo anni di esilio, sotto falsa identità per contrastare dall'interno lo stato di polizia che soffoca il paese, portando con sé anche i figli
I genitori di Juan e lo zio Beto sono membri del Movimento Peronista Montonero e lottano per garantire al proprio paese un futuro migliore contro gli organi di repressione della dittatura militare
Ma la devozione totale alla causa, le s
[+]
Il mondo partigiano dall'interno, senza filtri
E' una storia sconvolgente e si basa sul racconto di un dramma infantile e autobiografico realmente accaduti al regista da piccolo
Siamo in Argentina, 1979, i genitori del dodicenne Juan, giovani attivisti esiliati a Cuba decidono di tornare a Buenos Aires dopo anni di esilio, sotto falsa identità per contrastare dall'interno lo stato di polizia che soffoca il paese, portando con sé anche i figli
I genitori di Juan e lo zio Beto sono membri del Movimento Peronista Montonero e lottano per garantire al proprio paese un futuro migliore contro gli organi di repressione della dittatura militare
Ma la devozione totale alla causa, le scelte sofferte e consapevoli dei genitori che lottano per i propri ideali hanno tolto a Juan ed alla sua sorellina la possibilità di vivere una vita normale
Nel film seguiamo un bambino costretto a crescere in fretta, costretto a fingersi Ernesto ed a vivere una doppia vita
E' giusto sacrificare la serenità della famiglia e privare un bambino dalla possibilità di crescere, giocare, amare come gli altri?
E' giusto sacrificare la felicità della famiglia per mettersi al servizio della collettività che non ha il coraggio di fare altrettanto?
Solo lo zio Beto, anche lui guerrigliero, è vicino al giovane Juan e lo esorta a non tradire mai se stesso, a non rinunciare alla sua felicità qualunque cosa decida di fare nella vita
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rampante »
[ - ] lascia un commento a rampante »
|
|
d'accordo? |
|
francesco2
|
giovedì 16 gennaio 2014
|
sogno o son desto?
|
|
|
|
Può sembrare paradossale parlare di "Sogno" in un'opera come questa, iperrealista nel suo bozzettismo comunque simpatico e non privo di significato. E però, forse non è così.
Se noi pensiamo alla scena con lo zio morto, ma anche ad altre con la fidanzatina e soprattutto con la madre, una dimensione onirica sembra inserirsi in questo panorama crudo. Come se il film, che narra un momento di transizione tra due periodi dell'Argentina, fosse alle volte anch'esso in sospeso tra il realismo, la denuncia ed il >"Sogno": dimensione del resto comprensibile per un ragazzino. L'infanzia, anche una difficilissima come quella narrata, è del resto una fase "Con tutta la vita davanti", in cui si guarda, o meglio s'immagina -Appunto- ciò che avverrà.
[+]
Può sembrare paradossale parlare di "Sogno" in un'opera come questa, iperrealista nel suo bozzettismo comunque simpatico e non privo di significato. E però, forse non è così.
Se noi pensiamo alla scena con lo zio morto, ma anche ad altre con la fidanzatina e soprattutto con la madre, una dimensione onirica sembra inserirsi in questo panorama crudo. Come se il film, che narra un momento di transizione tra due periodi dell'Argentina, fosse alle volte anch'esso in sospeso tra il realismo, la denuncia ed il >"Sogno": dimensione del resto comprensibile per un ragazzino. L'infanzia, anche una difficilissima come quella narrata, è del resto una fase "Con tutta la vita davanti", in cui si guarda, o meglio s'immagina -Appunto- ciò che avverrà.
Ma qui c'è qualcosa di più: pensiamo alla scena in cui la madre rivela al piccolo protagonista la sorte toccata a qualcuno così importante. Per un attimo potremmo rischiare di perdere consapevolezza se sia vero, ose non siano incubi del ragazzino in quella notte così strana della sua esistenza.
Per questo, lontano dalla fastidiosa retorica della "Vergine dei sicari", "Infanzia clandestina" colloca benino l'elemento del singolo (L'infanzia) in un (con)testo generale (La dittatura, il passaggio da un momento ad un altro).Il finale, quello vero, dove il protagonista si trova probabilmente costretto a crescere prima del tempo, fissa -Forse-, però, un "Hic" e "Nunc" definitivo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesco2 »
[ - ] lascia un commento a francesco2 »
|
|
d'accordo? |
|
|