ashtray_bliss
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lunedì 3 novembre 2014
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storie di periferia inglese.
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Broken è decisamente un film molto carino e particolare, a tratti sociale a tratti drammatico, a tratti leggero e divertente. Proprio come la vita, specialmente vista dagli occhi di una ragazzina in crescita in un quartiere periferico e suburbano inglese. Un quartiere apparentemente perbene ma che ospita persone spezzate broken) e piegate dalle difficoltà e avversità della vita, sempre in agguato.
Lo si segue molto volentieri, è una pellicola scorrevole e mai noiosa, che evita di stallare.
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Broken è decisamente un film molto carino e particolare, a tratti sociale a tratti drammatico, a tratti leggero e divertente. Proprio come la vita, specialmente vista dagli occhi di una ragazzina in crescita in un quartiere periferico e suburbano inglese. Un quartiere apparentemente perbene ma che ospita persone spezzate broken) e piegate dalle difficoltà e avversità della vita, sempre in agguato.
Lo si segue molto volentieri, è una pellicola scorrevole e mai noiosa, che evita di stallare. Ha quel sapore nostalgico sia nei colori che nella fotografia che riportano in mente le atmosfere anni '60-'70 cosa che me lo ha fatto apprezzare molto.
Ben costruito, e volutamente confusionario e scombinato, nel raccontare storie di persone normali ma che affrontano prolemi sociali di grosso spessore: l'abbandono di un genitore (il caso di Skunk), i padri violenti (nel caso della famiglia Oswald), le malattie psichiche che spingono ad isolamento ma che nascondono una grossa dose di violenza celata, l'emarginazione sociale, i problemi e difficoltà legate all'adolescenza e alla crescita in generale etc. Ma tutti argomenti visti e trattati in modo apparentemente leggero e superficiale, perchè volutamente cercano di snodarsi davanti agli occhi dello spettatore esattamente come vengono visti e vissuti secondo la piccola Skunk: senza eccessive dosi di drammaticità ma comunque dal impatto emotivo molto forte.
Broken non è un film originale o innovativo (a tratti ricorda FishTank) ma è comunque uno di quei lavori che ti restano dentro per molto tempo, che ti riportano indietro e ti fanno rivedere la vita dalla prospettiva di una bambina, per quanto difficile essa sia, la si affronta a testa alta. E' un film che parla di difficoltà e avversitaà sociali ma anche di sentimenti, dellàaffeto di chi ci sta attorno, del arduo cammino verso la maturità e la crescita, della perdita ma anche del ritrovamento di amore, amicizia e conforto.
Un film che racconta la vita, proprio come la conosciamo, ma con una buona dose di positività e buoni propositi, ma anche tristezza e malinconia e punte di assoluto dolore.
Ottima l'attrice che presta il volto alla piccola e deliziosa Skunk ( Puzzola) e tiene testa ad attori del calibro di Tim Roth e Cillian Murphy. Molto bella la scenografia e fotografia, con quel sapore inconfondibile vintage e retrò che riescono a evocare nelle sequenze.
Un film di qualità ma non di intrattenimento superficiale ed effimero, che ti lascia un senso di amarezza e tristezza nonchè melanconia mista a sorrisi di compiacenza anche dopo l'ultima scena.
Da vedere.
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irene
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sabato 11 giugno 2016
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bella scoperta
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Proprio bello questo film, con l'aria così leggera, inizialmente ma che poi racconta una e più storie durissime che si intrecciano. Qualcosa di diverso dalle solite storie della periferia inglese, anche se l'ambientazione è più o meno quella. Al centro questa figurina di ragazzina, simile anche fisicamente alla Scout del Buio oltre la siepe, ma figlia dei suoi tempi, coraggiosa e intrepida, incapace di chiudere gli occhi e far finta di niente. Bellissima, di una grazia estrema la scena iniziale, la piccola nell'incubatrice che subito si calma al tocco della mano del padre, guardandolo diritto negli occhi, a sancire il legame che si instaurerà fra loro.
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Proprio bello questo film, con l'aria così leggera, inizialmente ma che poi racconta una e più storie durissime che si intrecciano. Qualcosa di diverso dalle solite storie della periferia inglese, anche se l'ambientazione è più o meno quella. Al centro questa figurina di ragazzina, simile anche fisicamente alla Scout del Buio oltre la siepe, ma figlia dei suoi tempi, coraggiosa e intrepida, incapace di chiudere gli occhi e far finta di niente. Bellissima, di una grazia estrema la scena iniziale, la piccola nell'incubatrice che subito si calma al tocco della mano del padre, guardandolo diritto negli occhi, a sancire il legame che si instaurerà fra loro.
Per Mymovies (molto attenta, come spesso succede), le figlie della famiglia Oswald sono tre, non cinque e non mi sembra proprio che il padre sia un tossico, solo un uomo disperato nel tentativo di star dietro da solo a tre ragazze irrequiete.
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stefano capasso
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lunedì 3 giugno 2019
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la possibilità del riscatto
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In un quartiere di Londra vive Skunk, ragazzina di 11 anni diabetica. La madre è andata via con un altro uomo, ma il fratello maggiore, il papà e la tata sono i suoi punti di riferimento. Accanto a lei vive, con la sua famiglia, Mike un ragazzo con problemi psichiatrici e gli Oswald, un nucleo composto dal violento papà e dalle 5 figlie. Proprio una delle figlie diventa motivo di lite con Mike e l’escalation della malattia del ragazzo che ne segue coinvolgerà l’intero microcosmo.
Rufus Norris presenta un film interessante sotto l’aspetto della narrazione non lineare e del coinvolgimento emotivo. Tutte le famiglie sono caratterizzate dalla mancanza, la figura femminile materna non c’è, oppure è troppo immersa nel dolore.
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In un quartiere di Londra vive Skunk, ragazzina di 11 anni diabetica. La madre è andata via con un altro uomo, ma il fratello maggiore, il papà e la tata sono i suoi punti di riferimento. Accanto a lei vive, con la sua famiglia, Mike un ragazzo con problemi psichiatrici e gli Oswald, un nucleo composto dal violento papà e dalle 5 figlie. Proprio una delle figlie diventa motivo di lite con Mike e l’escalation della malattia del ragazzo che ne segue coinvolgerà l’intero microcosmo.
Rufus Norris presenta un film interessante sotto l’aspetto della narrazione non lineare e del coinvolgimento emotivo. Tutte le famiglie sono caratterizzate dalla mancanza, la figura femminile materna non c’è, oppure è troppo immersa nel dolore. Ne scaturisce un quadro di relazioni squilibrate, basate sul tentativo di ognuno di compensare ciò che manca arrivando anche a degli eccessi. Pur con un andamento altamente drammatico la storia ci lascia un segno di possibilità; è possibile per ognuno trovare la possibilità di riscattarsi e fare qualcosa di buono uscendo dalla brutalità quotidiana. Rimangono le vite spezzate di famiglie problematiche, ma è sempre possibile trovare una strada per andare avanti quando si riesce a vivere nel presente
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