alfonso nero
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giovedì 8 marzo 2012
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native all'insegna del thriller horror
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Il Cinestar di San Giovanni la Punta ha ospitato l'anteprima dell'interessante e discusso film "[+]
Il Cinestar di San Giovanni la Punta ha ospitato l'anteprima dell'interessante e discusso film "Native" diretto dal giovanissimo regista John Real e prodotto da Emanuele Leone in collaborazione con la Fenice Films, distribuito in tutta Italia da Whiterosepictures.
Un opera che incuriosisce per diversi aspetti. Quando ho saputo di questo film sono stato prevenuto: il genere poco trattato, il budget del film e l'età del regista. Giovanni Marzagalli, John Real come si firma lui, ha girato questo film all'età di 21 anni. La sua età ha spinto la mia curiosità ad assistere all'anteprima e devo dire che il promettente regista mi ha sorpreso per le capacità che ho potuto ammirare all'interno della sua pellicola. Native è un thriller che si svela lentamente, con tranquillità invita il pubblico a fare chiarezza sui personaggi definendo i loro aspetti e il loro ruolo nella vita di Michela. Inizialmente il film è sembrato lento, ma subito dopo mi sono ritrovato immerso a seguire una storia che mi ha tenuto incollato alla poltrona sino alla fine facendomi sospettare di tutte le belle donne che circondano l'affascinante protagonista. Il finale in'aspettato ha distrutto ogni mia scommessa su chi fosse la donna persecutrice della giovane dottoressa interpretata da Giovanna Mandalari, giovane e bella, è alla prima esperienza sul grande schermo. La sua performance risulta sufficientemente credibile dando al film un ritmo che non risulta provinciale, ma purtroppo un pò troppo piatta. Michela è accompagnata da un altrettanto mediocre compagno interpretato da Andrea Galatà, un personaggio un pò stereotipato, ma spalla della protagonista.
La sceneggiatura del tutto scorrevole si lega ad una regia che si concentra sui colpi di scena intervallati da forti momenti di suspense durante il fulcro centrale della trama (punto di forza assoluto del film) dando però meno considerazione alla caratterizzazione dei personaggi secondari. Non essendo amante di questo genere, confesso però di esser saltato in aria più di una volta. Fortmente tormentato dall'angosciante ma azzeccata musica del maestro Marco Werba che ha dato quel tocco in più al film. Incalzante la fotografia del film, che rende l'atmosfera perfetta e dona al film un aspetto del tutto internazionale che si perde per qualche attimo nelle scene finali. Patetico e totalmente fuori luogo il brano di chiusura di Franco Simone presente nei titoli di coda. Concludendo il film risulta interessante nel suo essere e consigliabile agli amanti del genere.
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garried78
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mercoledì 21 marzo 2012
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un grande low budget
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Comincio dicendo di aver letto molto su questo film e stando a quanto... credo che il film meriti l'attenzione dei media ma sopratutto del pubblico italiano. Sono stato a vederlo al cinema uci ed ho finalmente visto un film italiano che per fotografia, regia, musiche e genere è diverso dal solito film all'italiana. Una nota di merito va a questo regista giovanissimo che ha diretto molti attori alle prime armi ed ha realizzato un film low budget che porta con sè delle scene di tensione da cinema holliwoodiano, paragone insostenibile per un film low budget italiano... eppure è sorprendente. Cercando su internet ho visto che il film è stato girato con una MARK II, una macchina fotografica spacciata per macchina da presa.
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Comincio dicendo di aver letto molto su questo film e stando a quanto... credo che il film meriti l'attenzione dei media ma sopratutto del pubblico italiano. Sono stato a vederlo al cinema uci ed ho finalmente visto un film italiano che per fotografia, regia, musiche e genere è diverso dal solito film all'italiana. Una nota di merito va a questo regista giovanissimo che ha diretto molti attori alle prime armi ed ha realizzato un film low budget che porta con sè delle scene di tensione da cinema holliwoodiano, paragone insostenibile per un film low budget italiano... eppure è sorprendente. Cercando su internet ho visto che il film è stato girato con una MARK II, una macchina fotografica spacciata per macchina da presa. Il direttore della fotografia ha fatto un lavoro impressionante! Una grande punto di debolezza del film sono gli attori. Nonostante una sceneggiatura semplice con dialoghi molto "easy" non sono riusciti a dare il pathos giusto alla storia. Infatti è come assistere ad un orchestra scordata che non si lega affatto con le immagini e la direzione della regia... L'attrice Mandalari, protogonista assoluta del film, non sempre riesce a reggere il proprio ruolo, a non aiutarla certamente è il compagno Andrea, interpretato dal giovane attore Andrea Galatà, che risulta avere una performance pessima peggiorando spesso le condizioni della protagonista. Ritornando al giudizio complessivo del film è un ottimo low budget, e credetemi che di low budget indipendenti ne ho visti tanti. Questo merita davvero di essere visto perchè nonostante qualche problema non ha per niente l'aspetto di un filmetto da quattro soldi.
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fabio mesta
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domenica 11 marzo 2012
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la frontiera di una nuova realtà indipendente
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Sono andato a vedere questo film un pò per la curiosità smossa dalle notizie trovate in rete, un pò perchè amo molto in cinema paranormale e a parte alcuni interessanti prodotti usciti in questi ultimi anni (vedi Paranormal Activity), il mio pensiero volge al Sesto Senso di M.
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Sono andato a vedere questo film un pò per la curiosità smossa dalle notizie trovate in rete, un pò perchè amo molto in cinema paranormale e a parte alcuni interessanti prodotti usciti in questi ultimi anni (vedi Paranormal Activity), il mio pensiero volge al Sesto Senso di M. Night Shyamalan, difficilmente rivedrò un film di cosi rara bellezza.
Sul fronte italiano, i medianici film sono spesso sottovalutati e piuttosto discussi, sembra quasi che al di là della commedia, non vi siano altri generi di equivalente successo. Sarebbe a dir poco inverosimile vedere tutta la band di “Immaturi” cimentarsi in ruoli fantadrammatici dopo che i loro volti sono ormai divenuti rappresentativi della comicità italiana.
John Real, regista filoamericano sia nel nome d’arte che nello stile, ha sicuramente aperto una discussione a cielo aperto sulle potenzialità del cinema indipendente e dei vari canali di distribuzione. Credo che ogni cineasta voglia la propria opera sul grande schermo ma solo in pochi riescono in tale intento e questo lo si potrebbe già considerare un grande successo. Il film del resto merita certamente l’attenzione del pubblico per una serie di considerazioni. Innanzitutto il linguaggio filmico si mostra interessante e maturo nonostante la giovane età del regista e ciò dimostra un innato talento creativo; gli elementi tecnico-narrativi sono piuttosto curati, fotografia in primis che dona a luogo un fascino misterioso e inquietante, la pregiata colonna sonora che agisce abilmente nei momenti più drammatici della storia. Le varie dinamiche e i personaggi seguono i canoni del thriller più comune, ma anche se privi di una certa caratterizzazione, riescono a rendersi credibili e funzionali. Piacevole e intrigante si presenta la scelta di creare una vena lussuriosa intorno alla protagonista, che produce ambiguità, intrigo e dilata temporalmente lo svelamento dell’identità dello spirito. I momenti di paura non mancano e producono quel salto emotivo tipico dei film horror e quindi riescono a mantenere viva l’attenzione del pubblico. A questo proposito mi urge paragonare tale opera a pellicole più costose, dove non si evince, nè sul lato registico-tecnico nè su quello attoriale, delle sostanzionali differenze di sorta. Consigliato.
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lorenzo.muscoso
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mercoledì 14 marzo 2012
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native
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Native si presenta come un thriller psicologico che intreccia leggenda e dramma, vissuti dalla giovane dottoressa Michela, che tornata al suo paese natale in Sicilia, comincia ad essere perseguitata dallo spirito di una di una donna. L'opera assume i tratti e gli stili del giallo americano, teso e ritmato da una sceneggiatura adeguata e sfumature psicosociali in uno spazio sempre più schiacciante. Interessanti anche l'uso delle sonorità che drammatizzano ogni istante e movimento visivo e gli effetti che producono tensioni emotive e suspance in un ibrido squarcio di realtà, misticismo e paranormalità. La cupa fotografia ( ricorda quella di film come "The Ring" e le "Verità Nascoste") fa della montagna Etna un luogo algido e misterioso caratterizza di pathos le dinamiche dell'intreccio rese anch’esse funzionali dall'editing che unisce i vari segmenti filmici dondando dona alla storia i tempi necessari allo svelamento dell’intrigo.
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Native si presenta come un thriller psicologico che intreccia leggenda e dramma, vissuti dalla giovane dottoressa Michela, che tornata al suo paese natale in Sicilia, comincia ad essere perseguitata dallo spirito di una di una donna. L'opera assume i tratti e gli stili del giallo americano, teso e ritmato da una sceneggiatura adeguata e sfumature psicosociali in uno spazio sempre più schiacciante. Interessanti anche l'uso delle sonorità che drammatizzano ogni istante e movimento visivo e gli effetti che producono tensioni emotive e suspance in un ibrido squarcio di realtà, misticismo e paranormalità. La cupa fotografia ( ricorda quella di film come "The Ring" e le "Verità Nascoste") fa della montagna Etna un luogo algido e misterioso caratterizza di pathos le dinamiche dell'intreccio rese anch’esse funzionali dall'editing che unisce i vari segmenti filmici dondando dona alla storia i tempi necessari allo svelamento dell’intrigo. Cliché americani e personaggi un po' stereotipati del genere, ma funzionali al plot point della storia, che hanno reso la narrazione intrigante, misteriosa ed emotivamente coinvolgente. Tra Michela e la verità si contrappongono personaggi secondari, figure ambigue e avvenenti, forme estatiche ammaliatrici, quasi a sedurre e confondere lo spettatore e la stessa protagonista. Elementi che hanno contribuito a tessere i tratti oscuri della misteriosa vicenda. Il personaggio di Andrea è figura fragile e premurosa ma allo stesso tempo disorientativa e complice di retroscena peccaminosi. Infine, da citare il brano di "Accanto" di Franco Simone che sopraggiunge nei titoli di testa quasi a riportare tensioni ed emozioni al quotidiano dove, per usare una frase del film, "....non è del buio che bisogna avere paura". In definitiva, si può considerare quest'opera indipendente, un esperimento ben riuscito dimostrando una realtà inedita per il fantamovie italiano, una scommessa che ha avuto i suoi riscontri positivi, validata dai premi ricevuti e dai pareri del pubblico intervistato nelle sale.
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alentus86
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venerdì 16 marzo 2012
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la mia recensione
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A John Real va dato il merito di aver creduto in un progetto e di averlo portato a termine. Per il resto il film che nasce con dei buoni propositi lascia molto a desiderare. La sceneggiatura è parecchio lacunosa, e per la svolgimento della trama non può permettersi di esserlo. Vi sono dei vuoti narrativi evidenti che vengono colti anche da uno spettatore poco attento. Gli attori del cast hanno fatto quello che potevano, ma è evidente che non sono molto esperti e non trasmettono credibilità ed efficacia nel ruolo che interpretano, complice il fatto di essere stati diretti male. I discorsi sono banali e spesso insensati e non hanno aiutato gli attori ad interpretare al meglio il proprio ruolo.
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A John Real va dato il merito di aver creduto in un progetto e di averlo portato a termine. Per il resto il film che nasce con dei buoni propositi lascia molto a desiderare. La sceneggiatura è parecchio lacunosa, e per la svolgimento della trama non può permettersi di esserlo. Vi sono dei vuoti narrativi evidenti che vengono colti anche da uno spettatore poco attento. Gli attori del cast hanno fatto quello che potevano, ma è evidente che non sono molto esperti e non trasmettono credibilità ed efficacia nel ruolo che interpretano, complice il fatto di essere stati diretti male. I discorsi sono banali e spesso insensati e non hanno aiutato gli attori ad interpretare al meglio il proprio ruolo. Altra nota dolente il doppiaggio del film che non essendo ne buono per la dizione e ne per la sincronia non fa altro che aggravare la posizione degli attori, rendendoli quasi comici invece che spaventarli o per lo meno a portare in uno stato di angoscia lo spettatore. Un film senza grosse pretese, che però sviluppandolo con maggiore cura ed attenzione, sarebbe stato un piccolo rispettabile film low-budget.
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elena al�
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mercoledì 21 marzo 2012
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tentativo fallito!!!
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Comincio col dire che mi dispiace dover dare dei commenti molto negativi sul film. Amo il cinema e ammiro chi fin da giovane vuole coraggiosamente avvicinarsi a questo difficile mondo, cosa che rappresenta un merito per il giovane regista. Ma il coraggio deve avere i suoi limiti... Giovanni Marzagalli (in arte John Real) a mio avviso ha preteso troppo da se stesso e dagli attori scelti per il film. E' evidente che non si tratta di professionisti (da notare l'assenza di dizione), che più di una volta lasciano intuire allo spettatore di recitare a memoria un copione rendendo il film "improbabile".
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Comincio col dire che mi dispiace dover dare dei commenti molto negativi sul film. Amo il cinema e ammiro chi fin da giovane vuole coraggiosamente avvicinarsi a questo difficile mondo, cosa che rappresenta un merito per il giovane regista. Ma il coraggio deve avere i suoi limiti... Giovanni Marzagalli (in arte John Real) a mio avviso ha preteso troppo da se stesso e dagli attori scelti per il film. E' evidente che non si tratta di professionisti (da notare l'assenza di dizione), che più di una volta lasciano intuire allo spettatore di recitare a memoria un copione rendendo il film "improbabile". Alcune scene e fatti narrati, probabilmente con l'intento di "complicare" il giallo, sono del tutto gratuiti e restano in sospeso senza alcun motivo donando al film una generale "insensatezza". Si osserva così un susseguirsi di tutti i luoghi comuni dei film horror/thriller, accomunati da scarsa interpretazione e da una regia "copia e incolla da Hollywood" che ha badato più a qualche effetto speciale che non alla sostanza del film. Restava la speranza di una storia originale o di una sceneggiatura ben orchestrata, ma ahimè non ho visto neanche quella!!!! Che dire... TENTATIVO FALLITO.
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