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Diciamo subito che questo film aveva il gravoso impegno di farci capire di aver ritrovato la giusta strada per essere definito un meritevole sequel fin dal trailer originale. Tutti i predecessori avevano grandemente fallito giungendo quasi a ridicolizzare una tra le migliori creature del cinema di fantascienza degli anni '80.
Dopo 23 anni di attesa possiamo dire che i "Predators" sono felicemente tornati in una storia avvincente e ben congeniata che ha cuore e testa e si avvicina con rispetto al capostipite quanto ad ambientazione e fisicità ma sapendo anche mantenere quella giusta distanza per permettere al film di vivere una vita propria. Il buon ritmo e l'incalzare dell'avventura tengono alta l'attenzione senza volerci stordire con una carrellata di effetti speciali che in questa caccia all'uomo non farebbero che rovinare la semplice purezza della storia.
Il produttore Robert Rodriguez è ormai un abile mestierante che sembra amare quel cinema un po' sporco da b-movie, ma qui in accoppiata con il regista Nimrod Antal tutto funziona a dovere: i personaggi sono credibili a partire dal camaleontico caposquadra Adrien Brody fino allo spaesato dottore dall'aria pulita, l'ambientazione aliena da "territorio di caccia", il colore ruvido in chiaroscuro e la sceneggiatura che introduce quelle novità necessarie per riaccendere la curiosità e rinverdire un prodotto che cominciava a suonare datato nella memoria del pubblico non più giovanissimo.
Apprezzabile e doveroso anche il finale aperto nella certa speranza che si prosegua in questa direzione.
Per gli amanti del genere il divertimento è assicurato, per chi si avvicina solo ora ai "predators" una piacevole e garantita sorpresa.
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