Tropic Thunder

Alzi la mano chi sa chi sono i Frat Pack. Nessuno? Bhe credo sia ora d’informarsi perché è un nome che sentiremo spesso. Frat Pack è il nome datosi da alcuni pazzi attori hollywoodiani per contraddistinguersi e contraddistinguere i loro film nella marasma di commedie satirico – demenziali. Ben Stiller è uno di loro, uno dei “capofila” del gruppo, forse il più in vista, ma vanno annoverati nella lista i nomi di Jack Black, Will Ferrell, Vince Vaughn, Steve Carell e i fratelli Owen e Luke Wilson. E proprio Stiller e parte della sua banda sono i protagonisti di questo riuscito, divertente ed irriverente sfottò del malato mondo del cinema americano. Stiller, che questo mondo lo conosce bene (essendo figlio di Jerry Stiller e Anne Meara, due noti attori hollywodiani del tempo che fu), massacra con gusto il paese dei balocchi d’America inventandosi una pellicola che sa molto di Mel brooks dei tempi d’oro. Se, infatti, quest’ultimo è caduto rovinosamente in basso limitandosi alla produzione di film scadenti come “Agente Smart - Casino Totale” (Sig!), Stiller fa un salto avanti nella sua carriera catapultandoci in un Vietnam mai così divertente ed originale, dove tre stelle di Hollywood e un cantante hip hop si ritrovano a dover affrontare pallottole vere e mine verissime. Tugg Speedman è un’attore di action movie in crisi che sogna gloria e Oscar (Parodia dei vari Vin Diesel, Van Damme ecc ecc…), Kirk Lazarus è un attore drammatico pluripremiato e pieno di sé (al punto che arriva a dire: “non sono io che leggo il copione ma è il copione che legge me”), che si è fatto scurire la pelle chirurgicamente, Jeff Portnoy è un Jack Black grasso e cocainomane, protagonista della saga comica "The Fatties" (ricalcata su film come “Il professore matto”, “il professore matto2”, “la famiglia dell’ispettore matto” ed eventuali matti seguiti). Il film mantiene le promesse e fa davvero ridere, ma non riesce mai a fare il “salto di qualità” vero. Da sbellicarsi dalle risate per i tre finti trailer all’inizio del film e per la partecipazione di un irriconoscibile Tom Cuise (vecchio amico di Stiller dai tempi de “Il colore dei soldi”) in versione grasso, peloso e pelato. Un film da non perdere davvero e sicuramente la miglior regia di Stiller, meglio ancora di Zoolander. Correte al cinema!