Teza |
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Un film di Haile Gerima.
Con Aron Arefe, Abiye Tedla, Takelech Beyene, Teje Tesfahun, Nebiyu Baye
Drammatico,
durata 140 min.
- Etiopia, Germania, Francia 2008.
- Ripley's Film
uscita venerdì 27 marzo 2009.
MYMONETRO
Teza
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Ben venga il drago...
di mahlerianoFeedback: 2172 | altri commenti e recensioni di mahleriano |
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venerdì 17 aprile 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
...se questa sarà la salvezza indicata dal regista! Questo film per certi aspetti ha un'analogia con la "musica funebre massonica" di Mozart. Una composizione costantemente in tonalità minore, dunque tragica e terribile in tutto il suo sviluppo, ma che nell'ultimo accordo magicamente diventa maggiore, a sottolineare comunque una speranza. La stessa luce mostrata nell'ultima sequenza del film. Un film splendido, toccante, mai noioso nonostante la sua non breve durata. Ma un film amaro, intriso, nelle vicende che descrive, di una violenza ottusa, assetata di potere, sangue e morte, che non lascia spazio alla speranza. Una speranza assente anche nello stesso villaggio natale del protagonista, dove neanche la semplicità del vivere riesce ad assicurare la serenità e spinge invece ad un odio dettato dai pregiudizi, le superstizioni, l'ignoranza. Ed è questo clima, l'ignoranza, quello ricorrente nel film. Lo è nella descrizione dei rozzi criminali al potere, lo è in quella degli abitanti del villaggio. Non a caso il film si conclude con l'auspicio che la sete di conoscenza dei bambini possa un giorno essere la futura luce per il paese. Ma è significativo che anche il protagonista in fondo sia in parte accecato dal sogno di poter rimuovere le malattie del suo paese col solo potere delle proprie conoscenze scientifiche. Anch'egli commette l'errore, sia pure in più che buona fede, di "partire dall'alto". E solo dopo aver osservato a lungo e vissuto sulla propria pelle la terribile condizione del suo paese capirà che il potere del singolo è destinato a soccombere. E capirà dunque che l'unica vera arma per impedire la perdizione più totale sia seguire le parole dell'ex maestro dei bambini e saziare il loro istinto innato di conoscenza. Partire quindi dal basso, non dall'alto, dalla formazione di una coscienza che estirpi il male alla radice, senza cercare di rimediare inutilmente dopo. Ma per poter apprezzare la conoscenza si deve prima amarla e gli unici a poter far questo sono i bambini con la loro mancanza di pregiudizi. Tutto ciò in un affresco delle umane miserie così intenso e realistico da lasciare senza parole per la sensibilità con cui l'intera storia viene narrata. Le immagini dei paesaggi che il regista riprende sono potenti. E bellissimi sono i canti popolari e le musiche che le accompagnano. Insieme esaltano la semplice grandezza di alcuni animi puri come la madre del protagonista, o della donna con cui egli vivrà una storia d'amore. La nascita di quest'ultima è descritta da una sequenza tanto breve quanto unica per la sua intensità visiva. In conclusione, un film su cui pensare a lungo e da vedere e rivedere.
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