Genova |
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Un film di Michael Winterbottom.
Con Colin Firth, Catherine Keener, Hope Davis, Willa Holland, Perla Haney-Jardine.
continua»
Drammatico,
durata 92 min.
- Gran Bretagna 2008.
- Officine Ubu
uscita venerdì 16 ottobre 2009.
MYMONETRO
Genova
valutazione media:
2,17
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Chi guarda Genova?di Francesco2Feedback: 41676 | altri commenti e recensioni di Francesco2 |
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domenica 3 aprile 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il mio non è un giudizio su Genova, di cui ho apprezzato molto il centro storico (Ho visto, di sfuggita, anche altre parti), ma sul film. La storia, è stato già osservato, è pressocché inesistente: una famiglia cerca di ritrovarsi senza la madre, morta in un modo assurdo. Forse o probabilmente è un film su commissione, come "Vicky Cristina Barcellona" o "Palermo Shooting". Ma in questo caso occorreva un occhio più abile nel documentare, che non fosse anonimo sperando di essere discreto, e che ci risparmiasse trovate come il topo morto se non erano streattamente necessarie. L'itelligenza della nostra (Una volta tanto) De Lillo inj "Non è giusto", bravissima nel mischiare cinema, documentario e persino eccellenti video amatoriali, emerge in una o due scene, per esempio quando la ragazza sulla spiaggia dice al padre:"I bambini reagiscono così bene!". Per il resto, è scontata la contrapposizione tra la figlia minore (La (relativa) ingenuità, i sensi di colpa per avere causato la morte della madre(Ma un bambino è veramente così stupido da accecare lo sguardo di chi guidi?), e quella più grande, che nonostante una valida interpretazione non va oltre desolanti scene di amoretti ed uscite serali: ma tenete d'occhio i primi piani sul suo sguardo. Witterbottom cerca di alternare le storie anche in senso strettamente cinematografico, spostandosi con brevi inquadrature da una situazione all'altra, ma troppo spesso siamo dalle parti del già visto, anche perché la contrapposizione tra le due scontate figlie si risolve in scontati scontri e rancori. Nel raccontino diviso tra storiella e documentario(Sic(!) non mancano momenti di tensione: la ragazzina si perde nel bosco, e nel finale del film la sorella la salverà mentre una macchina quasi sicuramente la sta investendo, riavvicinandosi a lei forse definitivamente: non si liberava del fantasma della madre morta, e la andava inseguendo lungo le strade. No, il cinema senza storie è qualcosa che non tutti sappiamo fare. Anche se qualcuno ha affermato che nel discutibile ma generoso "Road to Guantanamo" il regista inglese aveva già fuso vari livelli di racconto. Il commento sonoro è bello, sottile, forse sprecato, se siamo tentati di vedere il bicchiere mezzo vuoto.
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