Aldo Moro - Il presidente

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Un film di Gianluca Maria Tavarelli. Con Michele Placido, Marco Foschi, Libero de Rienzo, Donatella Finocchiaro, Massimo De Rossi.
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Formato Serie TV, Drammatico, , numero episodi: 2. - Italia 2008. MYMONETRO Aldo Moro - Il presidente * * * * - valutazione media: 4,03 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

cinema e politica Valutazione 5 stelle su cinque

di Reiver


Feedback:
sabato 31 maggio 2008

La bella recensione di Lilli e l'uscita di due film dalle tematiche storico-politiche-ideologiche mi hanno fatto riflettere un pò sul legame cinema-politica.In realtà sono piuttosto scettico sulla reale portata sociale di un film come "Il Divo" (su quella artistica non dico niente,ma i pezzetti che ho visto da Santoro sono tra lo scoraggiante e l'imbarazzante).Un film biografico non può incidere quanto un film veramente "sociale",questo perchè la Storiografia ha da tempo capito che i fenomeni storici prescindono dalle figure individuali e vanno studiati in maniera analitica "partendo dal basso":immaginate un "Le mani sulla città" che riduce le responsabilità dello sfacelo del Sud a una singola persona e non al malcostume diffuso?La cinematografia italiana ha vissuto una grande stagione,in cui è riuscita a fotografare i mali endemici della nostra società e a rappresentarli al cinema:non solo i film di Rosi (ricordiamo "Salvatore Giuliano" e "Cadaveri eccellenti"),ma anche le grandi commedie,che forse meglio di ogni altro film sono riuscite a catturare lo "spirito italico".Chi potrebbe dire che i vari film su Mussolini siano più incisivi dello stupendo "La marcia su Roma"?Si può negare che l'"homo democristianus" sia stato tratteggiato in ogni minima sfumatura dal grande Alberto Sordi e dai suoi personaggi petulanti e arrivisti?Avete visto "Un borghese piccolo piccolo" di Monicelli?Non è una commedia,ma una pellicola dal tono vigorosamente drammatico,in cui il malaffare,l'abitudine a conformarsi a basse pratiche clientelari vengono configurati come l'unica alternativa possibile al grigiore della vita quotidiana,e il cui epilogo tragico (Sordi è di una bravura commovente) è indicativo (e rappresentativo) di una crisi di valori,sociali e politici,che ai giorni nostri ha raggiunto l'apice.L'uscita nelle sale de "Il Divo" è stata preceduta da paragoni con "Todo Modo" di Elio Petri (altro formidabile regista);ma quanti hanno ricordato che in quel film a essere messo alla berlina era proprio Aldo Moro?Che era lui il bersaglio preferito dei polemisti di sinistra,dopo Fanfani e prima di Andreotti,di Craxi,di Berlusconi?Negli ultimi vent'anni il cinema italiano si è così allontanato dal contesto sociale da non essere più capace di catturarne i cambiamenti.La società italiana si è trasformata e la politica ha assecondato molto male questa mutazione,portando al parossismo la logica delle pratiche clientelari,della ricerca del "posto sicuro",della nascita di enti inutili che assicurano impieghi inutili.Un film "politico" deve essere prima di tutto un film "sociale",perchè una società virtuosa,che non guarda all'interesse singolo ma al bene comune,rifiuterebbe in partenza la "politica dei favori" e premierebbe solo la capacità di "saper fare",non di "saper dare":i mali della politica sono i nostri mali,i nostri egoismi,la nostra mancanza di senso civico.I cineasti dovrebbero fare un salutare bagno nel fango della burocrazia ottusa,dovrebbero immergersi nel sottobosco dei trafficoni,degli arrivisti,dei leccaculo,dei decantati "giovani" che già prima dei 18 anni hanno come unico ideale il portafoglio.Mettere alla berlina Berlusconi o Andreotti è sicuramente divertente,ma non è utile,e quindi non è "sociale".Procura (a qualcuno) un sollievo momentaneo,come quando si sacrifica un capro espiatorio:è molto meglio che fare un esame di coscienza.Si punta il dito contro il "cattivo",e si esce dal cinema soddisfatti,convinti di aver compiuto un buona azione.

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nadia sabato 31 maggio 2008
a reiver
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primo non si giudica dai pezzetti. Secondo (ed è la cosa più importante) QUALUNQUE tentativo di leggere la realtà è meritorio, altrimenti avremmo solo i cine-panettoni e altre cretinate estive.

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nadia sabato 31 maggio 2008
a parte il fatto che
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Sorrentino ha uno stile particolare e sicuramente non sarà un film biografico nel vero senso della parola. Hai iniziato male il tuo commento.

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lilli sabato 31 maggio 2008
x reiver
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Reiver,complimenti per la riflessione e per il modo con il quale l'hai esposta tranquillo ma, allo stesso tempo,leggermente acceso. Concordo sul fatto che bisognerebbe riscoprire la necessità di parlare della società perchè la politica è espressione di questa. E se la politica ha "qualcosa" che non va,dobbiamo ammetterlo,bisogna analizzare la situazione a tutto tondo.Bravo!

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nadia sabato 31 maggio 2008
secondo me
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si tratta di una rievocazione dei più importanti espisodi della Storia italiana con un unico, grande protagonista ma anomalo perché distante, irraggiungibile, quasi irreale. Una caricatura della realtà,(se ha coraggio). Vedremo.

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andrea sabato 31 maggio 2008
per reiver
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Non posso giudicare "Il divo" perché non l'ho visto, e non lo vedrò al cinema, lo vedo su Sky appena lo passano. Probabilmente è di più di una semplice biografia, e sarà anche una denuncia sociale, ma hai ragione nel dire che il cinema ha dato il meglio di sé nel criticare una società con la commedia all'italiana (indimenticabile Sordi). Ricordiamo, poi, il neorealismo, soprattutto quello di Rossellini, meno "patetico" di De Sica, comunque un grande. Mentre film come "Gomorra" e "Il divo" sono film ESPLICITAMENTE politici e questo non mi piace, l'intenzione non mi piace. Sarebbe più bella una commedia intelligente che tramite il grottesco analizzasse i mali della società. Prendiamo "Prova d'orchestra" di Fellini: chi meglio di lui ha saputo creare una metafora della società (l'orchestra) i [+]

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luc sabato 31 maggio 2008
la mia critica...
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...a questo tipo di film è che è illusorio pensare di sapere come sono andate veramente le cose. il 98 per cento non lo sapremo mai. sul caso moro e le br, per esempio, ho la sensazione che la verità sia molto più torbida di quello che è stato ipotizzato dalle varie produzioni. questa qui poi è proprio all'acqua di rose.

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nadia sabato 31 maggio 2008
a luc
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difatti non è un documentario né un mega spot. E' un gioco, un'opera d'ingegno. Una libera rilettura (un po' anticipata).

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reiver sabato 31 maggio 2008
sorrentineide
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E' vero che sarebbe sbagliato dal punto di vista deontologico giudicare un film sulla base di pochi spezzoni,ma io non sono un critico e mi posso far scappare qualche impressione.Francamente Servillo mi è sembrato "la caricatura della caricatura di Andreotti",un misto tra Lionello,Nosferatu e il Dracula di Coppola,che si spostava senza muovere i piedi.Il suo sguardo non rende la complessità del personaggio,l'acume di Andreotti,il suo ingegno mefistofelico.Per il resto,le scene in stile grottesco,tipiche di Sorrentino,non mi garbano molto,e non perchè non mi piaccia il grottesco (Germi ne ha fatto un uso assolutamente appropriato),ma perchè il troppo stroppia,ci vuole il misurino.Comunque il mio giudizio è rimandato al passaggio su Sky:intanto ieri Sorrentino non ha avuto neppure il fegato di esprimere le sue convinzioni,parlando di scene "romanzate",eccetera. [+]

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reiver sabato 31 maggio 2008
la d.c. e andreotti
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Intanto grazie Lilli,hai colto il significato del mio commento.Ieri sera mi sono chiesto se Sorrentino conosce davvero la DC,le sue logiche,le sue correnti.Io ho avuto una zia democristiana,che durante le elezioni non veniva a mangiare a casa mia perchè per lei tirava aria grama.Ma conosco bene quel partito e tutto quello che ha combinato,a livello locale e nazionale.Aggiungo una cosa:il settanta per cento degli elettori,fino a tangentopoli,ha votato per il pentapartito.Una buona parte di essi lo ha fatto solo per chiedere qualcosa in cambio,per sistemare sè stessi o i propri figli.Un sistema clientelare non è solo il risultato di un ceto politico sbagliato,ma anche di una società che vuole scavalcare i gradini meritocratici:è un sistema a doppio filo. [+]

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nadia sabato 31 maggio 2008
purtroppo
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non ho visto quella puntata perché ero fuori ma se è così ha fatto benissimo. Non poteva certo parlare di Andreotti politico o della DC,ha realizzato un'opera di fantasia e perciò dire che si tratta di scene "romanzate" è sufficiente.

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nadia sabato 31 maggio 2008
eppoi
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il silenzio come una risata amara può essere la migliore risposta ad una domanda stupida o provocatoria e Sorrentino il coraggio di essere maleducato (cioè non ossquioso) ce l'ha.

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