alan rubino
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giovedì 14 aprile 2011
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pessimo thriller, fiacco e sgangherato
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Aubrey Fleming (Lindsay Lohan) è una studentessa che vive a New Salem con i genitori Daniel e Susan, suona il piano
e aspira a diventare una scrittrice. Una sera, uscita con le amiche, la giovane scompare nel nulla. Dopo alcuni
giorni, la conducente di un'auto nota un corpo sul ciglio di una strada deserta. Si tratta di Aubrey; è ancora
viva ma ha subìto delle mutilazioni ed è in stato di shock. I coniugi Fleming si precipitano all'ospedale dove è
ricoverata la loro figlia, ma quest'ultima, al suo risveglio, sostiene di essere Dakota Moss, una spogliarellista,
e di non conoscere nessuna Aubrey Fleming, né le persone che asseriscono di essere i suoi genitori.
Ritenendo che la ragazza stia soffrendo di disordine da stress post-traumatico,
medici e inquirenti decidono di attendere che la degenza metta le cose apposto.
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Aubrey Fleming (Lindsay Lohan) è una studentessa che vive a New Salem con i genitori Daniel e Susan, suona il piano
e aspira a diventare una scrittrice. Una sera, uscita con le amiche, la giovane scompare nel nulla. Dopo alcuni
giorni, la conducente di un'auto nota un corpo sul ciglio di una strada deserta. Si tratta di Aubrey; è ancora
viva ma ha subìto delle mutilazioni ed è in stato di shock. I coniugi Fleming si precipitano all'ospedale dove è
ricoverata la loro figlia, ma quest'ultima, al suo risveglio, sostiene di essere Dakota Moss, una spogliarellista,
e di non conoscere nessuna Aubrey Fleming, né le persone che asseriscono di essere i suoi genitori.
Ritenendo che la ragazza stia soffrendo di disordine da stress post-traumatico,
medici e inquirenti decidono di attendere che la degenza metta le cose apposto. Ma la giovane non cambia versione...
Nonostante le premesse senz'altro avvincenti, con il passare dei minuti si rafforza sempre di più nello spettatore
il sospetto di essere preso in giro. Un thriller, per funzionare, deve essere prima di tutto credibile.
Ma la sceneggiatura di questa pellicola non presenta solo alcune incongruenze ignorabili, ma è del tutto
inconsistente e priva di logica. I primi a risentirne sono gli interpreti, che recitano in modo piuttosto
approssimativo, a partire dalla protagonista che è ben al di sotto delle sue capacità.
Il regista tenta invano di ravvivare una storia fiacca e sgangherata puntando sul fisico della Lohan e adottando
in maniera ossessiva delle tonalità di blu (in questo ricalca lo stile di Dario Argento) allo scopo di rendere
l'atmosfera inquietante, ma il racconto risulta sin dall'inizio poco coinvolgente.
Francamente, non sorprende affatto che il film sia stato "premiato" con la bellezza di otto Razzie Awards
(stabilendo così un record) e che in Italia sia uscito direttamente in dvd senza passare nelle sale.
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bree_14
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domenica 4 settembre 2011
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aubrey e dakota: un thriller di scarsa classe
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Aubrey è una studentessa qualunque che si sente la metà di una sola persona.
Entra in gioco ciò che scrive e ciò che le accade. Ma esiste qualcun altro oltre a lei che ha parte della sua anima, da qualche parte, a cui accadono le medesime disgrazie. Dakota.
L'idea, per quanto possa essere stata buona, è stata infine sfruttata al peggio, con una sceneggiatura scarsa e un film che si snoda male tra le varie vicende che sembrano possedere un senso solo verso la fine.
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