Nei «fiori rossi» di Zhang l'infanzia oppressa e negata
di Gian Luigi Rondi Il Tempo
All'asilo come in un campo di concentramento. Senza sevizie, senza privazioni, anzi, se a tavola si vuole qualcosa in più basta alzare la mano. Tutto però costretto entro un ordine prestabilito e meticoloso, orari, gesti, abitudini, dal momento di andare a dormire a quello di andare di corpo, e anche quello a ora fissa, tutti insieme e tutti in fila accovacciati, i bambini di qua le bambine di là e, se non si esegue, via quei fiori rossi di carta che vengono dati a chi, invece, fa tutto come richiesto: per arrivare a un livellamento totale, a una omologazione di ogni personalità, e fin da adesso che non si sono ancora superati i quattro anni. [...]
di Gian Luigi Rondi, articolo completo (2666 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 11 gennaio 2007