L'altro lato del letto

Roberto Nepoti

"Quel che si chiama ancora "amore" non è altro che il feticismo legato a una merce particolare: la merce umana". (Tiqqun, "Elementi per una teoria della jeune-fille"). La mercificazione dei rapporti umani, e dell'amore, è il soggetto invisibile dell'Altro lato del letto: salvo che il film spagnolo la racconta allegramente, con complicità e compiacimento un po' cinico, confermandoci che - ormai - essa è avvertita come la "normalità". Sonia e Javier sono una coppia (apparentemente) stabilizzata, perfetta. Paula e Pedro si sono messi assieme da poco, ma stanno già per separarsi: la ragazza si è innamorata di un altro uomo. Pedro si dispera. Ciò che ignora è che il tipo in questione è proprio Javier, il suo migliore amico. Tutti cercano l'amore, trovandolo anche troppo spesso; tutti vanno a letto con tutti; tutti mentono come respirano. Gli uomini restano inguaribilmente immaturi; le donne se li giocano come vogliono. La commedia varia sul caos dei sentimenti mettendo in parodia i vecchi modelli hollywoodiani, operando intrecci incestuosi di genere, ricorrendo al repertorio del musical. La morale della favola (un po' inconsistente, come tutto il resto) è che l'infedeltà fa bene all'amore e che il destino ha in serbo sorprese capaci di aggiustare qualsiasi cataclisma sentimentale. Nell'epoca in cui l'amore è una merce continuamente rinegoziabile e precaria (come il lavoro), un film del genere sarà anche di tendenza: divertirsi delle proprie sfighe, però, resta un passatempo alquanto autolesionistico.
DaLa Repubblica, 12 settembre 2003


di Roberto Nepoti, 12 settembre 2003