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Che Carlo Verdone sia il Woody Allen italiano ci sono pochi dubbi. Tuttavia, è sempre riuscito, fino a questo film, a non rievocare nella sua sceneggiatura il suo probabile mentore. Fino a questo film, appunto, perchè in chi conosce il maestro della commedia americana, questa pellicola non può non rievocare il mitico Broadway Danny Rose. Film uscito nel suo momento migliore. E forse non è un caso che al regista romano capiti nel suo momento di miglior forma. Tuttavia, il risultato non è da buttare.
Verdone interpreta Ercole Preziosi, un agente che cura gli interessi di artistucoli di basso rango. La sua carriera ha una svolta quando il suo artista di miglior successo ha un incidente e non può più tenere lo spettacolo. Preziosi, preso dalla disperazione, decide di buttare nella mischia il suo autista, Nicola (Beppe Fiorello), che sogna di fare il comico. Ercole gli scrive una scaletta di barzellette al volo, ma Nicola decide di fare uno show tutto suo. Una comicità sexy. E' un successone. E da quel momento riescono ad ottenere tanti spettacoli. Ma, come nel più classico dei copioni, mentre la carriera di Nicola decolla, la vita privata di Ercole va in discesa. Ma non solo. Anche il loro sodalizio artistico viene messo in crisi.
Dopo aver lasciato il segno nel cinema italiano anni '80 e aver proposto qualche buon film negli anni '90, Verdone si affaccia nel Nuovo Millennio mettendo da parte i battibecchi con la depressa o psicopatica di turno, la sovrapposizione di più personaggi o un trio di protagonisti. Qui si misura con un altro protagonista maschile, cosa che riproporrà anni dopo con Albanese.
La pecca però è la solita: ad un certo punto il film rallenta e sembra smarrirsi, rifacendosi questa volta solo in parte nel finale. La speranza dei fan è che il meglio del regista romano non si sia già tutto visto. Che non sia finito in coma. Proprio come quel povero cinese protagonista della battuta fulcro del film.
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