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Isla Sorna, il sito B, è il luogo segreto dove venivano creati i dinosauri di Jurassic Park, dopo l'incidente nel parco però venne abbandonata lasciando gli animali liberi di crescere e moltiplicarsi; sebbene un vecchio John Hammond tenti di mantenerla al sicuro da interferenze esterne una parte della sua società vorrebbe sfruttarne i dinosauri portandoli come attrazioni sul continente. Una piccola squadra di esperti dovrà recarsi sull'isola ed evitare che il mondo perduto venga trovato e depredato. Chi avesse letto The Lost World di Crichton avrà constato amaramente la sua inconsistenza rispetto al primo romanzo, Spielberg infatti intuisce e lo usa perlopiù come rampa di lancio per costruire un film molto diverso, inserendo nella sceneggiatura parti inutilizzate del primo libro (come l'incidente iniziale alla bambina) e strizzate d'occhio alle vecchie glorie del cinema di fantascienza. Il rischio, si capisce, è di fare un minestrone dove convivono elementi interessanti e penose ingenuità come la nave con l'equipaggio sterminato. L'atmosfera creata tuttavia è suggestiva, gli effetti speciali buoni come la colonna sonora, ma manca la novità: Jurassic Park si reggeva proprio per esser riuscito a tirare in ballo i dinosauri con un cocktail fatto di ingegneria genetica e settori della fisica matematica. Qui invece prevale l'intrattenimento puro, sul quale si spruzza sul finale la morale de "la vita vince sempre" di Ian Malcolm (un Jeff Goldblum molto diverso dal matematico del primo film) e dove Spielberg tutto sommato si diverte a rivisitare per le scene del tirannosauro a San Diego - forse la parte più divertente - pellicole fantascientifiche dimenticate. Non è un film all'altezza del predecessore,ma se l'obbiettivo era quello di cavalcare fino alla fine la dino-mania allora ha fatto senz'altro centro.
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