Braveheart - Cuore impavido |
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Un film di Mel Gibson.
Con Mel Gibson, Sophie Marceau, Patrick McGoohan, Catherine McCormack, Brendan Gleeson.
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Titolo originale Braveheart.
Avventura,
Ratings: Kids+16,
durata 177 min.
- USA 1995.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 1 dicembre 1995.
MYMONETRO
Braveheart - Cuore impavido
valutazione media:
4,10
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Finzione grottesca, ai limiti del paradossaledi ImmanuelFeedback: 4237 | altri commenti e recensioni di Immanuel |
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sabato 22 maggio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il cuore impavido di Mel Gibson si esprime in tutta la sua veemenza retorica. Breveheart, storia delle gesta eroiche del condottiero William Wallace, capeggiatore della ribellione scozzese contro gli abusi dei perfidi tiranni, che portano le insegne del regno inglese, spietato sterminatore di innocenti e stroncatore di nobili vite di guerrieri in kilt. La storia è mero escamotage artistico: non c’è nulla di verosimile, tutto è avvolto da una fantasia leggendaria. La battaglia di Sterling Bridge è solo “di Sterling”, perché non c’è alcun ponte nella ricostruzione. I guerrieri scozzesi compaiono tutti rigorosamente indossanti screziati gonnellini, in omaggio al più “scottish” dei luoghi comuni. Tutto è scontato, tutto è prevedibile, ogni plausibile tentativo di stravolgimento della sceneggiatura, provocato come da una riflesso condizionato nell’inconscio di un annoiato cinefilo, quandanche ciò venisse consentito dal monolitismo dell’impianto, dovrà obbligatoriamente cedere il passo all’idolatria mitico-leggendaria alla quale è neglettamente piegata ogni singola sequenza della pellicola. In taluni frangenti il tracciato della parabola del mito scozzese è percorribile con sconcertante agiltà, quasi fosse accompagnata da un comando a distanza: l’ossessiva presenza di un narratore “fantasma”, che si manifesta in interventi, dialoghi, passaggi e che rende tremendamente preventivabile ciascuna stilla di trama, fa inspirare a piene fauci (non per carenza d’ossigeno), anche il più bellicoso e sanguinario dei commentatori. Gibson ci consegna la sua versione, trascinata attraverso gli ostacoli del regista-protagonista, di una scarsa accuratezza, di una superficialità bruciante, dell’epopea di Wallace e lo fa con la più deludente e monotona enfasi della spada di latta, degli umorismi sgraditi e degli ideali fiondati per urla ferine: non insegna, illude e solleva il tedio dei più esigenti.
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