Il seme della follia

Si scrive Sutter Kane e tutti pensano subito a Stephen King, ma agli appassionati di letteratura Horror salta subito agli occhi chi è veramente il modello di riferimento di Carpenter : Il solitario di Providence, Howard Phillips Lovecraft, il più grande autore del genere la cui sfortuna in vita fu pari alla fortuna che arrivò anni dopo la sua morte.
Il film inizia come un thriller ma sappiamo già che non è un thriller. Lo sappiamo perché dall'altra parte c'è il genio di Carpenter, l'uomo che dell'horror è una bandiera.
Qui la figura di riferimento è quella dello scrittore di successo che appare inizialmente in tutto e per tutto come la fotocopia di Stephen King (pure nelle iniziali del nome). Ma, come detto sopra, basta poco per rendersi conto che in realtà siamo di fronte a Lovecraft:  il New England alternativo dei libri di Kane con riferimento a città che non esistono, esattamene come nei racconti di Lovecraft, e ancora l'orrore incombente che può scatenarsi da un momento all'altro per mano di entità misteriose nascoste in dimensioni parallele (concetto già presente sia pure in modo meno calcato del "Signore del Male" di cinque anni prima, pensate alla scena dello specchio).
E poi l'albergo Pickman che accoglie il povero Sam Neill e gentile accompagnatrice e altri indizi sparsi qui e lì che noi appassionati ci siamo divertiti a cogliere.
Non c'è l'ironia graffiante del "politico" essi vivono, nè troviamo le cupe atmosfere del "Signore del male" e "La Cosa", ma ad oggi questo film è il più bell'omaggio a Lovecraft che un regista abbia saputo regalare ai fan del mitico HPL. E solo John Carpenter ci poteva riuscire.