mondolariano
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venerdì 10 giugno 2011
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magico
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E’ incredibile come un regista impegnato nel genere thriller sia capace di simili finezze. “Una gita scolastica” è infatti un viaggio immaginario, un viaggio di fantasmi tra boschi e sentieri a ritroso nel tempo. Forse eccede nel patetico, anzi lo è sicuramente nell’ingenuità del professor Balla, che come tutti gli uomini di buon cuore confonde sesso e amicizia cadendo nel tranello dei sentimenti: un Carlo delle Piane ispiratissimo. Di gran lusso le atmosfere notturne, gli alberghi dal sapore rustico immersi nel verde, che l’ambientazione Belle époque rende magicamente fuori dal tempo. Il finale è saturo della più struggente malinconia, forse perfino sproporzionata come intensità emotiva al carattere introverso del film.
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E’ incredibile come un regista impegnato nel genere thriller sia capace di simili finezze. “Una gita scolastica” è infatti un viaggio immaginario, un viaggio di fantasmi tra boschi e sentieri a ritroso nel tempo. Forse eccede nel patetico, anzi lo è sicuramente nell’ingenuità del professor Balla, che come tutti gli uomini di buon cuore confonde sesso e amicizia cadendo nel tranello dei sentimenti: un Carlo delle Piane ispiratissimo. Di gran lusso le atmosfere notturne, gli alberghi dal sapore rustico immersi nel verde, che l’ambientazione Belle époque rende magicamente fuori dal tempo. Il finale è saturo della più struggente malinconia, forse perfino sproporzionata come intensità emotiva al carattere introverso del film.
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giorgio76
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giovedì 28 novembre 2013
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non c'e' "incanto" senza ... disincanto!
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Un dato sfugge quando si parla del film Una gita Scolastica di Pupi Avati. Il titolo originario del soggetto era "L'incanto" e Avati avrebbe dovuto mantenerlo. Questo titolo avrebbe aiutato critica e pubblico a focalizzare meglio il film. La scena del vento che svolazza e sconvolge i cappellini e le giacche dei signorini e signorine del liceo Galvani di Bologna ("l'incanto" nominato con solennità dall'orginale Prof. Balla-Delle Piane) e' la scena che da sola definisce il film. L' "incanto" (ripreso nell' "incantevole" canzone di Rossana Casale) e' il "non luogo" dell'utopia e del sogno giovanili, dove tutto sembra scompigliarsi e rovesciarsi, dove alla bruttina stagionata Laura e' concesso di vivere una storia d'amore (impossibile e vera solo per scherzo) col corrotto Angelo, e' il luogo dove matura l'impossibile "sogno d'amore" del Prof.
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Un dato sfugge quando si parla del film Una gita Scolastica di Pupi Avati. Il titolo originario del soggetto era "L'incanto" e Avati avrebbe dovuto mantenerlo. Questo titolo avrebbe aiutato critica e pubblico a focalizzare meglio il film. La scena del vento che svolazza e sconvolge i cappellini e le giacche dei signorini e signorine del liceo Galvani di Bologna ("l'incanto" nominato con solennità dall'orginale Prof. Balla-Delle Piane) e' la scena che da sola definisce il film. L' "incanto" (ripreso nell' "incantevole" canzone di Rossana Casale) e' il "non luogo" dell'utopia e del sogno giovanili, dove tutto sembra scompigliarsi e rovesciarsi, dove alla bruttina stagionata Laura e' concesso di vivere una storia d'amore (impossibile e vera solo per scherzo) col corrotto Angelo, e' il luogo dove matura l'impossibile "sogno d'amore" del Prof. Balla con la Stanzani. Ma non c'e' solo il sogno, non c'è incanto senza ... disincanto! "Solo un momento/dura l'incanto/poi dovrai vivere/la vita com'e'". Teniamo presente la canzone, tenera, ma ammonitrice, lirica e poetica, ma che ci aiuta a ricondurre le vicende alla realtà e il film alla sua giusta dimensione, al suo filo conduttore."L'incanto" fa prodigi, ne bene e nel male: nessuno tornera' dalla gita come prima: non Laura, che imparera' a non vivere più col complesso la propria bruttezza in rapporto ad Angelo (bello fuori, orrendo dentro). Più patetica la fine del Prof. Balla, integerrimo, ma represso che invano cerca una "seconda giovinezza" con la Professoressa Stanzani. Morale, dalla vita c'e' chi esce consapevole e forte (Laura) e c'e' chi esce con la testa montata e eternamente immaturo (Balla-Delle Piane). In questo, sta il vero esame di maturita': che non risparmia allievi e professori. In questo sta l'originalità e la bellezza di Una Gita Scolastica, forse l'unico vero BILDUNGSROMAN (romanzo di formazione) che Pupi Avati abbia prodotto. Certo, il film si lascia qua e la prendere da particolari inutili e spettacolari, di facili descrizione e facile (anche se sempre garbata) goliardia (impagabile Nick Novecento che spera di "spennare il pollo" a briscola, precoce parodia inconsapevole del successivo "Regalo di Natale"). E certo sul film grava una "overdose" romantica, tipica di certo "neoromanticismo" anni 80. E del resto dall'ambientazione evanescente (qui non siamo in "festa di laurea", dove la ricostruzione storica è molto accurata) il film pare ambientato ... negli anni '80, non nel 1914. Del resto, contribuisce a rendere di fatto "senza tempo" il film la forte e suggestiva presenza della Natura e delle montagne: AVati ha sempre dato il meglio di sè nel ritrarre la Natura (La Casa dalle finestre che ridono, Le strelle nel fosso etc.), ma qui ha superato se stesso.
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