Eraserhead - La mente che cancella

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Un film di David Lynch. Con Jack Nance, Charlotte Stewart, Jean Lange, Judith Roberts, Jeanne Bates.
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Titolo originale Eraserhead. Horror, Ratings: Kids+13, b/n durata 90 min. - USA 1977. - Cineteca di Bologna uscita lunedì 4 settembre 2017. MYMONETRO Eraserhead - La mente che cancella * * * 1/2 - valutazione media: 3,99 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Cancella la mente se vuoi arrivare in Paradiso! Valutazione 0 stelle su cinque

di Odisseus


Feedback:
martedì 1 marzo 2016

Il film effettivamente non ha trama e a breve, vi spiegherò il perchè(o cercherò!). Ma è forse la vera Arte un qualcosa che necessita di logicità? Vedi le Demoiselles de Avignon! Vedi il cinema di Bunuel! E questo Film non fa che trasmettere sensazioni FONDAMENTALI per il concetto che contribuiscono a delineare. Un fastidioso rumore di macchinari accompagna le immagini di uno strampalato operaio che partorisce dalla bocca un pensiero, o forse un alieno, o forse la sua anima. Non è dato saperlo sin da ora. La colonna sonora è minimale (nei sogni, ci sono suoni?!) e spiacevole, come spiacevole può risultare Arancia meccanica [Kubrick faceva vedere spesso questo film, che è tra i suoi preferiti, agli attori di Shining per trasmettere inquietudine!]. In un mondo parallelo, c'è un uomo aziona delle leve, forse colui che gestisce l'incastrarsi delle insensate vite che popolano il film e la nostra realtà? Il substrato di tale film è la società odierna, con le sue fabbriche rumorose, col deserto dei sentimenti e qualche superstite. Infatti compare un uomo con arti inferiori alterati poichè montava tubi tutto il giorno; la frenesia della società del consumo che toglie voce alla nonna, la relega in cucina come una attonita spettatrice; la madre bacia il futuro sposo della figlia, alla quale la cosa non desta granchè ribrezzo. Ma il film si incentra sulla stanza del protagonista, dove accudirà il suo neonato, più mostro che bimbo.In questa stanza, spoglia, c'è una finestra murata ed un radiatore: spesso il protagonista osserva la finestra ma il suo sguardo speranzoso si scaglia contro la parete e vi muore. Non vi è spazio per i colori(v. Tempi moderni), libertà e fantasia. Unico momento di sfogo, è cio che si cela dietro il radiatore: una donna brutta e barbuta che canta con voce a tratti rassicurante e angosciante "In heaven everything is fine".Tutto il film è giocato in un'atmosfera onirica(v.8e1/2), dove per l'appunto non vi deve essere una trama logica e coerente, ma destrutturata e irrazionale. la finestra murata potrebbe rappresentare il Super Io che frena il protagonista; il sipario al di là del radiatore potrebbe essere il suo Es, l'inconscio. In questa dicotomia vive il protagonista, alla prese con un neonato mostruoso. Il neonato,(v. "Rosemary's Baby" di Polanski)potrebbe essere l'anima imbruttita e impoverita dei moderni operai; o il frutto della società moderna che vive dentro di noi e ci consuma. Ma quel che più importa, è che questo essere, desti ripugnanza nello spettatore: dobbiamo provare ribrezzo per questo essere, in vista di ciò che esso rappresenta. Lynch vuole spiattellarci in maniera cruda, ciò che portiamo in noi. Ed Henry, il protagonista, spinto dalla curiosità di osservare questo essere, ne taglia le fasce che lo avvolgono: questo momento rappresenta il momento di crescita di Henry poichè egli ha consapevolizzato questo male che si porta dentro, e decide di conoscerlo, scrutarne le più intime profondità. Peccato che in questo tentativo, il mostro invece di morire, si ingigantisca e gli si ritorca contro. O forse, in questo momento egli ne riceve l'illuminazione, ne osserva la sua reale grandezza, e se ne allontana finalmente, tant'è che l'uomo che manovra le leve non riesce più a muoverle e perisce. E il film si chiude con un flash bianco, ed Henry che abbraccia la donna del radiatore, come se in quel paradiso che lei gli cantava, ci fossero arrivati realmente. Un sorta di cammino interiore, a cui Lynch ci invita tutti!

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