Poliziesco avvincente diretto dal regista americano di origini italiane Joseph Sargent, che riesce a conferire alla pellicola un ritmo particolarmente incalzante: la narrazione procede senza incontrare intoppi o punti morti; il film ne beneficia venendo fuori come un prodotto di genere molto solido e ben confezionato.
La storia, che è tratta da un romanzo omonimo, è sceneggiata ottimamente ed ha il pregio di saper catturare l’attenzione dello spettatore, che viene coinvolto ed interessato agli sviluppi delle vicende narrate ed alle sorti dei personaggi.
L’ambientazione newyorkese contribuisce alla buona riuscita del prodotto, creando quell’atmosfera metropolitana che è perfetta in un film di questo genere.
Non ci sono scene efferate o di violenza gratuita; viceversa la narrazione seppur improntata in senso drammatico, prevede di quando in quando l’introduzione di qualche battuta di alleggerimento, che risulta molto gradevole.
Non ci sono scene d’azione così spettacolari da rimanere impresse: la regia di Sargent sotto questo aspetto può definirsi senza infamia e senza lode.
Nei tre ruoli principali ci sono altrettanti grandi attori: Walter Matthau, che se la cava benissimo nella parte del tenente di polizia, pur dovendo limitare il suo talento umoristico, esibito solo a sprazzi; Robert Shaw, che invece è sicuramente a suo agio in un film d’azione come questo; ed infine l’ottimo Martin Balsam, forse autore della performance migliore. Al fianco dei tre protagonisti c’è una nutrita squadra di bravi caratteristi tra cui è Héctor Elizondo quello che si fa ricordare maggiormente.
L’idea dei nomi fittizi basati sui colori, che usano i rapinatori, è stata d’ispirazione a Quentin Tarantino per il suo “Le iene”.
Nel 2009 venne girato un remake dal regista Tony Scott.
Finale azzeccato, piacevole e ben pensato.
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