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All’inizio del film Sergio Corbucci fa un po’ il verso al suo amico Sergio Leone. Mette uno di fronte all’altro Tomas Milian e Franco Nero immobili in attesa dell’inevitabile sparatoria ma, al colmo della tensione, fa partire una tranquilla voce fuori campo che accompagna il racconto all’indietro nel tempo. Il film diventa così un lungo e ininterrotto flashback che si ricongiunge con il suo inizio soltanto nelle scene finali. Specialista nel ribaltamento degli stereotipi narrativi, il regista questa volta non calca la mano anche se in un genere solitamente parco nell’attribuire ruoli importanti alle donne s’inventa Lola, una guida rivoluzionaria di sesso femminile. Più scontato, invece il ruolo delle prostitute nella liberazione del professor Xantos dal carcere di Yuma, che richiama un po’ quello delle donne del bordello di Nataniele in Django. Sempre da Django a ben vedere è presa in prestito l’idea di nascondere il professore nella bara per attraversare la frontiera.
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