Un uomo chiamato cavallo |
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Un film di Elliot Silverstein.
Con Richard Harris, Judith Anderson, Jean Gascon, Manu Tupou, James Gammon.
continua»
Titolo originale A Man Called Horse.
Western,
durata 114 min.
- USA 1970.
MYMONETRO
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Un uomo chiamato cavallo.
di Paolo CiarpagliniFeedback: |
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lunedì 7 gennaio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film che fa riflettere sulla barbarie dell'uomo bianco. Quì non ci sono scontri frà esercito ed indiani, non si tratta di un classico. La pellicola è un'omaggio al fascino di una civiltà dissoltasi per causa nostra. Richard Harris è Jhon Morgan, un nobil'uomo inglese, che per spirito di avventura si trova in territorio Sioux. Viene catturato ed i suoi amici uccisi. Viene assalito intento a lavarsi nel fiume, nudo. La pelle bianca come il latte ed il suo spirito combattivo, 'incurioscono' il capo Mano Gialla, che ne impedisce l'uccisione. Portato al villaggio, viene dato in dono come 'uomo di fatica', ad un'anziana signora. Il suo nome diverrà Shunka-Whakan (uomo cavallo). Nella tribù conosce un curioso tipo dall'accento francese, Batise (Jean Gascon) dai tratti somatici europei, comunque per metà indiano Whichaca ma che soprattutto parla la sua lingua. Anch'egli prigioniero ormai da molti anni, ha una volta tentato la fuga ma il gesto gli è costato i tendini di una gamba, recisi. Non solo diverranno amici, ma Batise diverrà l'interprete di Jhon a cui insegnerà anche le usanze della vita Siox. Presto giunge l'inverno, il freddo e Jhon all'aperto rischiando l'assideramento, entra nella tenda di Testa di Bufalo, sperando di farsi accettare. La donna, non solo è madre del capo tribù, ma anche nonna di una splendida e giovane donna in 'età da marito'. Mano Gialla suo fratello e capo, guarda Harris e permette che resti vicino al fuoco. Passa il tempo, giunge la primavera, ormai Jhon è stato (come Batise che si finge pazzo), accettato. Innamoratosi della giovane sioux, non ha comunque nessuna possibilità. Occorre 'merce' di scambio. L'occasione giunge quando due indiani di una tribù rivale, si trovano nelle vicinanze del villaggio. Jhon vede in loro non solo l'occasione per dimostrare di essere un'uomo, ma per derubarli dei cavalli e poter sposare la giovane. Assale i due e li uccide, ma non è sufficente; occorre la prova dello scalpo ed i ragazzini, lo incitano. Con tremendo sdegno Jhon vi riesce e torna a cavallo come un trionfatore. Adesso lo attende la prova più dura, quella che ne decreterà l'entrata in piena regola nella 'società'. Appeso per la carne, all'altezza dei pettorali, viene issato. Il dolore rasenta la sopportazione, ma davanti a tutti i più importanti rappresentanti della tribù dovrà restare appeso, finchè loro vorranno. L'amore che lo lega alla giovane e il desiderio di poter un giorno ritornare in patria, danno lui la forza. Ormai svenuto, appeso da ore viene calato. Adesso è un vero sioux. I preparativi per la cerimonia fervono e la sensualità della giovane, che si stà sottoponendo ai rituali.. in una tenda appartata è indescrivibile. Si uniscono e poco dopo attenderanno un bimbo. Ma attaccati da dei feroci rivali, perderanno molti uomini. E soprattutto Jhon perderà sua moglie ed il figlio in grembo. Il dolore è atroce, ma adesso è divenuto il capo. Quando lascerà la tribù che si stà spostando per altre terre, tutti lo amano profondamente. Ed in'ultima, struggente scena, saluta dall'alto con un grido tipico i suoi amici che rispondono dal fondo valle. Film bello, che mostra ciò che nel 19° secolo ancora 'viveva'. Harris, grandissimo come sempre.
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