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venerdì 1 aprile 2016
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quante sciocchezze lisa... e per cosa poi?
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Non è un film riuscito in pieno, un vero peccato. Gli attori ci sono tutti, Lisa Gastoni splendida moglie trascurata dal marito Paolo. Jean Sorel, playboy con Lamborghini Miura, costruttore con un progetto innovativo per salvare Venezia. Gabriele Ferzetti industriale cinico ed arrivista. Frank Wolff affermato chirurgo plastico. Ma soprattutto lei, Elsa Martinelli in gran forma, con marito e amante, soldi da buttare e piscina privata. E poi la Milano spumeggiante di fine anni '60, più di così... Eppure la storia non convince. Ci sono delle forzature nella sceneggiatura che rovinano e vanificano la bravura degli attori. Lisa si sente trascurata e scopre che il marito Paolo la tradisce. Allora decide di "darsi da fare" e mostrare al mondo di cosa è capace.
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Non è un film riuscito in pieno, un vero peccato. Gli attori ci sono tutti, Lisa Gastoni splendida moglie trascurata dal marito Paolo. Jean Sorel, playboy con Lamborghini Miura, costruttore con un progetto innovativo per salvare Venezia. Gabriele Ferzetti industriale cinico ed arrivista. Frank Wolff affermato chirurgo plastico. Ma soprattutto lei, Elsa Martinelli in gran forma, con marito e amante, soldi da buttare e piscina privata. E poi la Milano spumeggiante di fine anni '60, più di così... Eppure la storia non convince. Ci sono delle forzature nella sceneggiatura che rovinano e vanificano la bravura degli attori. Lisa si sente trascurata e scopre che il marito Paolo la tradisce. Allora decide di "darsi da fare" e mostrare al mondo di cosa è capace. Ma lei non è all'altezza perchè in fin dei conti si deve muovere in un ambiente che non è il suo e alla fine si vendica ma le conseguenze, poi, quali saranno? Il personaggio di Lisa doveva essere sviluppato in altro modo e non rende assolutamente giustizia a Lisa Gastoni, capace di interpretazioni molto più importanti e incisive. Il film è pervaso da una frivolezza assoluta che invade tutti i personaggi e visto oggi è quasi disturbante. Il contesto all'epoca era certo differente e il film va quindi visto in questa ottica, anche se costa fatica. La scena più devastante è quando Lisa vuole rifarsi il naso per indossare meglio gli occhiali appena acquistati... Per fortuna che il suo amico medico la dissuade, e l'espressione dell'assistente in quel momento la dice lunga. In pratica Lisa vorrebbe diventare come Carla ma non può farcela perchè Carla è scaltra, furba, intelligente e può muovere le pedine della scacchiera con maestria assoluta. Carla è una donna vincente e difficile da imitare, figuriamoci da battere. Comunque il film propone scene ben girate e degne di nota. Ad esempio la festa con musica jazz, molto coinvolgente con personaggi pieni di glamour che si muovono in un contesto molto formale. Poi c'è il momento della prova in pista a Monza di Franco Raimondi alla guida della sua Lamborghini Miura, si vede il circuito usato in pieno utilizzando le due curve sopraelevate in seguito dismesse. Un curioso momento dove Paolo, il marito di Lisa, legge un libro a letto utilizzando speciali occhiali per la lettura disassata. Le vetture sono scelte con gusto. La Mini di Carla, l'Alfa Romeo di Lisa, la Mercedes del marito di Carla e poi Paolo che mostra con orgoglio a Lisa la sua ultima vettura, appena acquistata, una Mercedes 280 SL "Pagoda", un vero "status symbol" all'epoca. Si nota poi, all'inizio, un cameo di Giancarlo Baghetti, pilota di Formula Uno negli anni '60, nei panni di un passante che, oltre a guardare le vetrine, si gira per osservare Lisa. Un film comunque da vedere, i suoi punti di forza sono gli attori e il contesto glamour nel quale si svolge. Importante anche perchè mostra in pieno la Milano ricca e alla moda di fine anni '60. - di "Joss" -
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gianleo67
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sabato 3 agosto 2013
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ambizioni represse della commedia sociale
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La bella ma trascurata moglie di un brillante architetto milanese,tradita dal marito e canzonata dall'amica che riesce nelle avventure galanti che lei sogna di avere, decide di passare all'azione vendicandosi dei due fedifragi e portandosi a letto amante, marito e figlio di quest'ultima. Finale beffardo e sconsolato.
Elegante e ammiccante commedia sociale di tradimenti e trasgressioni ambientata nella Milano del boom economico, tra i sollazzi dell'alta borghesia meneghina di liberi (e ricchi) professionisti della 'battuta libera' dove, tra una partita a golf ed una sgaloppata al polo, tra il rombo di bolidi a Monza e il volo silente di un aliante che sorvola il cielo della 'Madonnina', si gioca la partita crudele tra amiche annoiate, disinibite avversarie di una fatua rivalità sessuale.
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La bella ma trascurata moglie di un brillante architetto milanese,tradita dal marito e canzonata dall'amica che riesce nelle avventure galanti che lei sogna di avere, decide di passare all'azione vendicandosi dei due fedifragi e portandosi a letto amante, marito e figlio di quest'ultima. Finale beffardo e sconsolato.
Elegante e ammiccante commedia sociale di tradimenti e trasgressioni ambientata nella Milano del boom economico, tra i sollazzi dell'alta borghesia meneghina di liberi (e ricchi) professionisti della 'battuta libera' dove, tra una partita a golf ed una sgaloppata al polo, tra il rombo di bolidi a Monza e il volo silente di un aliante che sorvola il cielo della 'Madonnina', si gioca la partita crudele tra amiche annoiate, disinibite avversarie di una fatua rivalità sessuale. Forse artificioso e insincero nella rappresentazione di una realtà sociale di edulcorata ipocrisia, oscilla continuamente tra provocazione (ingenua) e dimostrazione pur conservando momenti di una elegante attenzione per i dettagli di una latente sensualità tra vernissage alla moda e le estemporanee trasgressioni della pop art. Puntando sugli inserti equivoci di un confuso onirismo Lattuada cerca di materializzare una plastica rappresentazione delle perversioni sessuali e del vuoto di valori di una borghesia annoiata che si trascina tra successi professionali e fallimenti personali, senza incidere con efficacia nella carne viva di una realtà assai più complessa e drammatica pur cercando di coniugare eleganza formale e leggerezza del racconto. Conta più come collezione di raffinate folgorazioni visive (le suggestioni stroboscopiche della festa elegante all'inizio del fim, il roboante erotismo dell'immaginario appuntamento all'autodromo di Monza) e per la seducente presenza scenica di un'avvenente Lisa Gastoni che per la fragile inconsistenza del quadro d'insieme anche per via di una complicata messa in scena e di un montaggio discutibile.
Ambizioni represse della commedia sociale.
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elgatoloco
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venerdì 6 luglio 2018
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a suo modo efficace espressione del tempo
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Da non grande conoscitore del cinema di Alberto Lattuarda, ritengo che questo"L'amica"(1969)sia uno dei suoi film migliori. Oltre alla trama, interessante di per sè(la finzione come mentalismo, volendo), con l'amante inventato, tutto quanto ne consegue, la psicologia femminile alto-borghese"progressista"etc., ciò che è più interessante, è il ritmo spezzato del film, con un montaggio causticamente"nevtorico"e"nevrotizzante", dove le spezzature corrispondono a quanto a fine anni Sessanta stava avvenendo: crollo delle certezze sullo"Stato rassicurante"di"centro-sinistra"(allora con il trattino, ma sempre con molto centro e pochissima sinistra, diremmo), crollo dell'ideologia clerical-borghese che aveva caratterizzato l'immediato Dopoguerra, senza che emergesse(né poteva, dato il feroce controllo di USA e NATO sull'Italia)un'alternativa credibile quanto, invero, paventata da tutti e"rivoluzione dei costumi"non accettata e non condivisa, naturalmente da chi magari praticava una sorta di"free love"saltuario-selvaggio, ma poi tampinava la propria moglie temendo che.
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Da non grande conoscitore del cinema di Alberto Lattuarda, ritengo che questo"L'amica"(1969)sia uno dei suoi film migliori. Oltre alla trama, interessante di per sè(la finzione come mentalismo, volendo), con l'amante inventato, tutto quanto ne consegue, la psicologia femminile alto-borghese"progressista"etc., ciò che è più interessante, è il ritmo spezzato del film, con un montaggio causticamente"nevtorico"e"nevrotizzante", dove le spezzature corrispondono a quanto a fine anni Sessanta stava avvenendo: crollo delle certezze sullo"Stato rassicurante"di"centro-sinistra"(allora con il trattino, ma sempre con molto centro e pochissima sinistra, diremmo), crollo dell'ideologia clerical-borghese che aveva caratterizzato l'immediato Dopoguerra, senza che emergesse(né poteva, dato il feroce controllo di USA e NATO sull'Italia)un'alternativa credibile quanto, invero, paventata da tutti e"rivoluzione dei costumi"non accettata e non condivisa, naturalmente da chi magari praticava una sorta di"free love"saltuario-selvaggio, ma poi tampinava la propria moglie temendo che..."tralignasse"(vedasi l'affaire divorzio, in specie la questione referendum). Lisa Gastoni è interprete efficace, come anche Elsa Martinelli; in questo film volutamente e convintamente"al femminile", Gabriele Ferzetti, Jean Sorel, Frank Wolff(qui"prestato"dagli immancabili spaghetti-western)sono comunque bravi, pur in ruoli, appunto, di importanza decisamente meno rilevante. El Gato
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