La ragazza con la valigia |
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Un film di Valerio Zurlini.
Con Gian Maria Volonté, Claudia Cardinale, Renato Baldini, Corrado Pani, Romolo Valli.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 103 min.
- Italia, Francia 1961.
MYMONETRO
La ragazza con la valigia
valutazione media:
3,53
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La disperata Aida di Zurlinidi gianleo67Feedback: 61482 | altri commenti e recensioni di gianleo67 |
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lunedì 1 ottobre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bella e giovane ragazza madre che si arrangia come ballerina, viene sedotta e abbandonata da ricco e cinico rampollo dell'alta borghesia parmigiana che la affida alle cure dello sprovveduto e romantico fratello minore. Questi se ne innamora cercando di aiutarla economicamente ma l'ingerenza dei familiari segna la fine di una improbabile relazione sentimentale. Zurlini attraversa una zona di confine tra i gia' esplorati territori della tradizione neorealista (componente descrittiva che disegna una cornice narrativa fatta di luoghi e impressioni della memoria personale e collettiva) e le nuove tendenze del cinema italiano degli anni '60 con una analisi, acuta e sensibile, di una dimensione sociologica e psicologica che lambisce l'esistenzialismo del cinema di Antonioni senza tuttavia radicalizzarne la visione e gli esiti, spostando sapientemente lo sguardo dai dettagli del reale a quelli impalpabili, ma non meno tangibili, della silente disperazione dei suoi fragili protagonisti. L'umanesimo sociale di Zurlini sembra tanto interessato a connotare con precisione il contesto storico e ambientale di quegli anni (sovente i contrappunti musicali echeggiano le hit del momento tra Celentano, Mina, Paoli, Bindi, etc.) tanto a calarsi nel mondo interiore di personaggi che prefigurano, con i loro goffi tentativi di divincolarsi dalle ristrettezze della loro condizione, una società di incolmabili differenze sociali ed economiche che imperano sulla purezza dei sentimenti pregiudicando qualunque utopistica possibilità di libero arbitrio. Un mondo di cinici profittatori e di ipocriti intermediari dove anche l'ingenuo candore dello splendido protagonista viene alfine corrotto dalla volubilità dell'unico mezzo di scambio con valore corrente, dove l'unica lettera d'amore possibile si riduce ai fogli fruscianti di denaro sonante. E' il prezzo miserrimo di una incomunicabilità sociale, più che umana, dove l'individuo viene imbrigliato dalle necessità e le convenzioni di una reclusione civile che ne riduce la personalità ad una mera appartenenza di casta e per quanto possa tentare una disperata fuga in avanti, finisce per essere irretito dalle vigili sentinelle di una ineluttabile prigionia (la zia che sorveglia le finanze del giovane nipote, il solerte prelato che vigila sulle derive sentimentali del suo ingenuo allievo, la folta galleria di sordidi profittatori che cercano la compagnia interessata della bella protagonista). Bella e accurata la sceneggiatura, scritta a più mani dall'autore e da altri, che evita le perigliose secche di una deriva melodrammatica e la indimenticabile presenza scenica di un misurato e imberbe Jacques Perrin e una sensuale e disperata Claudia Cardinale. Triste elegia dell'amore impossibile.
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