luca scial�
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martedì 28 gennaio 2014
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la linea sottile tra realtà e fotoromanzi
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Una coppia di sposini, i coniugi Cavalli, giungono a Roma per il viaggio di nozze. Hanno già tutto il programma della vacanza, imposto da alcuni zii di lui che li controllano e gestiscono rigidamente. Ma la mogliettina ha un sogno da realizzare: conoscere lo Sceicco bianco, eroe di un Fotoromanzo che ama moltissimo. Così raggiunge gli studio, di nascosto del marito, ma viene fatta salire sul carro della troup in procinto di fotografare alcune scene a 25 Km dalla Capitale. Una distanza in fondo irrisoria, ma che agli occhi dell'ingenua e provinciale Wanda appare abissale. Finalmente trova il suo eroe, ma ben presto si accorgerà che la realtà è tutta un'altra storia.
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Una coppia di sposini, i coniugi Cavalli, giungono a Roma per il viaggio di nozze. Hanno già tutto il programma della vacanza, imposto da alcuni zii di lui che li controllano e gestiscono rigidamente. Ma la mogliettina ha un sogno da realizzare: conoscere lo Sceicco bianco, eroe di un Fotoromanzo che ama moltissimo. Così raggiunge gli studio, di nascosto del marito, ma viene fatta salire sul carro della troup in procinto di fotografare alcune scene a 25 Km dalla Capitale. Una distanza in fondo irrisoria, ma che agli occhi dell'ingenua e provinciale Wanda appare abissale. Finalmente trova il suo eroe, ma ben presto si accorgerà che la realtà è tutta un'altra storia.
Primo film di Federico Fellini, che già ingloba quelli che saranno i caratteri tipici del suo cinema: la linea sottile tra realà e immaginazione; una Roma imponente e fatale; personaggi di fantasia o appartenenti alla grama realtà. Ottima l'interpretazione dei protagonisti, tra i quali giggioneggia Alberto Sordi, nei panni dell'inarrivabile Sceicco bianco. Nella realtà un povero Cristo assoggettato alla moglie. Emblematica la scena di lui sull'altalena sospesa in cielo o quella dell'arrivo di sua moglie furente.
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elgatoloco
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lunedì 27 febbraio 2017
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sublime nel grottesco
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Primo film veramente felliniano(prima, meglio due anni prima, c'era stato un film diretto con Alberto Lattuada), "Lo sceicco bianco"è fondato sulla"dialettica"tra il grigio mondo"neorealista"della coppietta, con il marito impeccabile di provincia, facile all'impazzimento e la mogliettina"dolce e carina"che sogna il mondo"dorato"dei fotoromanzi che va a Roma in visita(e in udienza dal Papa
, in una Roma"coperta da preti", per dirla con Jacques Brel)e lo svelamento del sogno, con il quasi "sogno d'amore"con il"mitico" "sceicco bianco"(in realtà un piccolo"manigoldo")da parte della sposina e incontri strani a Roma di notte per il disperato sposo, con una"belle de nuit"e un mangiafuoco(già nel 1952, se non prima con Lattuada,
, l'amore di Fellini per il circo che risale a un'infatuazione infantile).
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Primo film veramente felliniano(prima, meglio due anni prima, c'era stato un film diretto con Alberto Lattuada), "Lo sceicco bianco"è fondato sulla"dialettica"tra il grigio mondo"neorealista"della coppietta, con il marito impeccabile di provincia, facile all'impazzimento e la mogliettina"dolce e carina"che sogna il mondo"dorato"dei fotoromanzi che va a Roma in visita(e in udienza dal Papa
, in una Roma"coperta da preti", per dirla con Jacques Brel)e lo svelamento del sogno, con il quasi "sogno d'amore"con il"mitico" "sceicco bianco"(in realtà un piccolo"manigoldo")da parte della sposina e incontri strani a Roma di notte per il disperato sposo, con una"belle de nuit"e un mangiafuoco(già nel 1952, se non prima con Lattuada,
, l'amore di Fellini per il circo che risale a un'infatuazione infantile). Il grottesco prende la mano sempre in una questura che sembra avere stretti rapporti con il manicomio(allora c'erano ancora, solidamente, duramente, con tanto di elettroshock e letti di contenzione, per fortuna in Fellini non si vedono...ma-"Se i no se mati no li volemo...", bella commedia che Fellini forse non conosceva, ma per i "matti", come dimostra il suo ultimo film e in itinere"Amarcord", ha sempre avuto un"pendant pervers"...). "IL grottesco al potere"
qui è dovunque, anche nelle"pieghe"del film, si annida dove non lo cercheremmo mai, nel passaggio dei bersaglieri suonatori in "via 24 maggio"all'inizio(quasi)del film, nei volti stralunati dei parenti di Ivan Cavalli, lo sposo, nelle riprese per il fotoromanzo in spiaggia e altrove, appunto. Un film che esprime già"molto di Fellini", con un Sordi"sceicco bianco"impressionante e un Leopoldo Trieste iperstralunato nel ruolo dello sposo, un'attrice che poi forse ha recitato poco, ma già una Giulietta Masina pur se da"caratterista", che fa già Cabiria. El Gato
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mr.619
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martedì 6 luglio 2010
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avvio della carezza malinconica
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Truce ed alietante protonico lungometraggio del maestro Fellini, il quale sin dalle prime inquadrature siderali ed osioalotiche impone con soave fierezza e pneutica parsimonia gli accidenti pigmentari della sua poietica retorica cinematografica, ferente il "corpus dominans" dell'opera stessa, estremamente compre(s)sa e contenuta nell'edonica, e alle volte tragodiuca,
nella diatesi realismo/eidolia ( tema infinitamente ricorrente nella umquamente terminata ricerca della verità eterea ed eccelsa) del cinema, inteso come (dis)ordine finalisticamente organizzato e specivisalmente ritraibile delle parti di un insieme crupsico, celato al disadorno occhio umano, ancora in via di ingresso e degresso.
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Truce ed alietante protonico lungometraggio del maestro Fellini, il quale sin dalle prime inquadrature siderali ed osioalotiche impone con soave fierezza e pneutica parsimonia gli accidenti pigmentari della sua poietica retorica cinematografica, ferente il "corpus dominans" dell'opera stessa, estremamente compre(s)sa e contenuta nell'edonica, e alle volte tragodiuca,
nella diatesi realismo/eidolia ( tema infinitamente ricorrente nella umquamente terminata ricerca della verità eterea ed eccelsa) del cinema, inteso come (dis)ordine finalisticamente organizzato e specivisalmente ritraibile delle parti di un insieme crupsico, celato al disadorno occhio umano, ancora in via di ingresso e degresso.E' un film piacevole, spesso anche sobriamente triclinico, ma, e questo è il "signum" di fondo della pellicola, assolutamente drammatico, non perchè sia già l'affermazione abeastratta dell'organica e quasi irrisoria crisi umana esistenziale, ma, altresì, perchè porreante il fabliostico e romantico " mondo dei sogni", che letteralmente si infrange, subisce una "vews phthonia" a tratti irreversibile nel lugubre, però, più profondamente, fiusicomo ed uparchico luogo terreno, che ( e ciò appare visibile con la graziosa apparizione della sensibile ed addolorata meretrice Cabiria), viene a manifestarsi come l'unica e sola "fable" non immortale, ma pregievolmente meisoica ed idiosincratica: la vita.La descrizione panegirica dell'idolico "Sceicco bianco" ( un'empiepersonale parascmesi del successivo e ben più opsoanalettico Richard Basehart de "La strada") è la massima trasposizione profetica citraformica del percorso immaginificativo della moglie che, ovviamente, non può che proseguire ad una transgressione ( in maniera temnica, eschemata nella virtù morale del marito) in volontà adpersonatica della propria esistenza, vaniscente, una volta compiuto il naufragio, sulla riva del mare ( dove, fra l'altro, avviene anche quella che il medesimo regista descriveva "giostra circense della vita").Come disse l'artista italiano più callistoleuco dello scorso secolo: "Il visionario è il vero realista".
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[+] visionari e situazion-ari
(di howlingfantod)
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(di anto_m)
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