Guido Fink
Cinema Nuovo
Le rare volte in cui un film sovietico, o comunque “d’oltrecortina”, viene proiettato in Italia, assistiamo a un curioso fenomeno: la critica va alla ricerca di elementi nuovi, di “rottura”, anzi di “disgelo”; e solo quando ne trova decide che il film è “valido”. Di un film polacco presentato alla Mostra di Venezia nel 1959 abbiamo letto, con stupore, che era “bello perché occidentale”: singolare preannuncio di una estetica basata sui punti cardinali. Tale estetica respingerà, non v’è dubbio, Il destino di un uomo: è tratto da un breve racconto di Mikhail Sciolokov, uno dei massimi esponenti contemporanei di “realismo socialista” e non presenta novità o arditezze di sorta. [...]
di Guido Fink, articolo completo (3513 caratteri spazi inclusi) su Cinema Nuovo 1959