Giuseppe Turroni
Prelibato come sempre, George Cukor spoglia il vecchio soggetto di Wellman e Robert Carson dal pathos sentimentale e teneramente lacrimevole che apparve, già nel noto film del ‘37 con Janet Gaynor e Fredrich March, una eco sia pur tardiva e sia pur convinta di un mondo quasi fitzgeraldiano di vedere i miti e il mondo di Hollywood, portavoci di miti e di un mondo più vasto, euforico e inquieto, instabile e corrosivo, quello di tutta l’America. Il fatto è che i conti, tra mito cinema costume stampa letteratura ecc. [...]
di Giuseppe Turroni, articolo completo (4420 caratteri spazi inclusi) su