Guido Aristarco
Una riconferma di questo sembra darla lo stesso Castellani con / sogni nel cassetto: non tanto per il soggetto in se stesso, che anzi è idilliaco, posto tra i limiti di un De Amicis e di un Oxilia, ma per la perizia tecnica, la cura estrema e lunga (quasi due anni di lavoro) con le quali il regista ha atteso al film. Sembra quasi che Castellani si affidi a questa perizia tecnica, ai suoi modi che non si fanno stile, o non stile comunque come in Antonioni, con la tenacità di chi ormai raggiunta la maturità non abbia da fare altro che il lavoro di rifinitura, di cesello. [...]
di Guido Aristarco, articolo completo (3210 caratteri spazi inclusi) su 15 ottobre 1957