Guido Aristarco
La schiavitù del cinema è grande, incomparabile di fronte a quella che grava sugli altri mezzi di espressione. Un libro, a esempio, può uscire, non un film da quel libro tratto o a esso ispirato; e se esce nel paese che l'ha prodotto, difficilmente - in diversi casi - varca poi le frontiere; e se le varca, tutt'al più è ammessa, del film, un'edizione ridotta, "purgata". Su L'uomo e il diavolo, edizione italiana di Le rouge et le noir, pesa la schiavitù di certe convenzioni commerciali, di noleggio (per cui la durata di un film non può superare le due ore di proiezione - ma poi le eccezioni non mancano), ma pesa ancor più quella della censura, a giudicare dalla indole dei tagli, e dell'alterazione di certi dialoghi operata dal doppiaggio. [...]
di Guido Aristarco, articolo completo (25560 caratteri spazi inclusi) su 25 novembre 1955