Papillon

Franco Montini

Steve McQueen e Dustin Hoffman raggiungono l’accordo mentre attraversano l’oceano. Sono entrambi deportati, condannati ai lavori forzati. Destinazione la Guyana francese. Concludono l’affare: Henry Charrière detto Papillon per via della farfalla tatuata sul petto (McQueen) si impegna a difendere Louis Dega (Hoffman), che in cambio finanzierà la fuga. PapilIon è un libertario d’istinto, un duro tenace e prestante, fuori dalle regole sociali. Scassinatore professionista è accusato e ingiustamente condannato per omicidio. Dega è un falsario sopraffino, è per così dire un uomo dell’establishment, rispettoso delle leggi, a parte i suoi pregevoli falsi come la serie 928 dei Buoni del Tesoro novennali. E miope e mingherlino, ma con astuzia e forza interiore non minori di quelle del suo compagno d’avventura.
Steve McQueen interpreta il ruolo «fisicamente ed emotivamente più stimolante dell’intera carriera», come si nota nei contenuti speciali che arricchiscono questo di Papillon. E anche per Dustin Hoffman si tratta di un ruolo che ne esalta le particolari doti di recitazione. Il regista Franklin J. Schaffner non arretra di fronte alle brutalità della Cayenna e racconta senza censure né sbavature le peripezie delle tentate fughe e delle conseguenti violenze punitive che minano in parte il fisico ma non intaccano la ferrea volontà di libertà di Papillon-McQueen: «Qui la regola è il silenzio assoluto. Noi non diamo a intendere che riabilitiamo la gente. Noi trasformiamo gli uomini pericolosi in esseri innocui, e lo facciamo spezzandoli», dice il direttore del carcere a McQueen prima di chiuderlo in isolamento; risponderà nel finale Papillon urlando: «Sono ancora vivo, bastardi! ».
Il film è basato sulla storia vera narrata in un bestseller uscito nel 1969 dal protagonista, l’ergastolano Henry Charrière, condannato a vita ai lavori forzati per un delitto del quale si è sempre dichiarato innocente. Il romanzo autobiografico, come pure il film, dipingono a tinte crude le vicende di 12 anni di prigionia nella tristemente celebre colonia penale della Cayenna, fino all’evasione finale. Magistrali le interpretazioni dei due grandi attori (entrambi passati per l’Actor’s Studio), McQueen con Papillon vincerà un Golden Globe. Per indossare le spesse lenti da miope che conferivano al suo personaggio quell’aria smarrita sottolineandone il bisogno di protezione, Dustin Hoffman ha utilizzato delle lenti a contatto che ricorreggevano la vista. Lo sceneggiatore Dalton Trumbo (qui in coppia con Lorenzo Semple Jr.) è il più famoso fra i “Dieci di Hollywood”, cioè coloro che furono perseguitati dalla Commissione per le attività antiamericane nei primi anni Cinquanta per il loro impegno a sinistra.
Henry Charrière morì nel luglio 1973 senza riuscire a vedere completato il film.
Da L’Espresso, 24 giugno 2004


di Franco Montini, 24 giugno 2004