CANNES 2023, IL GRANDE RITORNO DEGLI ITALIANI IN CONCORSO

Bellocchio, Moretti e Rohrwacher si contenderanno la Palma d’Oro insieme  a nomi cari al festival (Loach, Kore-eda, Wenders) e la frangia statunitense in cui spicca Wes Anderson.

Tommaso Tocci, giovedì 13 aprile 2023 - Cannes Film Festival

È un concorso dalla grande presenza italiana quello che andrà in scena sulla Croisette a partire dal 16 maggio per la settantaseiesima edizione del Festival di Cannes. Ben tre i film nostrani a contendersi la Palma d’oro: Rapito di Marco Bellocchio, Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti e La chimera di Alice Rohrwacher. Tutti e tre vantano una tradizione cannense prestigiosa (come del resto Garrone, di cui si auspicava la selezione con Io capitano e che invece non ci sarà) e daranno filo da torcere ai soliti e numerosi pesi massimi statunitensi e francesi.

Nulla può scalfire l’amore del festival per la sua affezionata lista di autori prediletti, della quale anche quest’anno il celebre direttore Thierry Fremaux ha snocciolato dal palco dell’UGC Normandie a Parigi i nomi di molti esponenti. Ci saranno infatti i pluri-premiati Ken Loach con The Old Oak, che racconta del nord dell’Inghilterra e di villaggi dell’industria mineraria depopolati che si apprestano ad accogliere migranti e rifugiati, Kore-eda che ritorna nel suo Giappone con Monster, il turco Nuri Bilge Ceylan con About Dry Grasses, e anche Wim Wenders con Perfect Days.
 

La rappresentanza americana vede Asteroid City di Wes Anderson, che mescola passato e futuro con il suo stile di miniature animate da un grande cast (“per riassumere, un film di Wes Anderson” lo descrive Fremaux) e a fargli compagnia il ritorno di una mente squisitamente raffinata come Todd Haynes che dirige Natalie Portman e Julianne Moore in May December.

La presenza più attesa in assoluto è però quella stra-annunciata di Martin Scorsese con Killers of the Flower Moon, che lo riunisce a Leonardo DiCaprio e Robert De Niro e che si limiterà a uno slot fuori concorso. Stesso destino per Indiana Jones e il Quadrande del Destino di Mangold, per il quale si annuncia grande festa per Harrison Ford. Un’iniezione di solido intrattenimento da sempre benvoluto sulla Croisette, che l’anno scorso assistette al decollo in pompa magna di Tom Cruise con Top Gun: Maverick.
 

“Nascosto” fuori concorso c’è anche un gustosissimo corto di Almodóvar (Strange way of life, con Ethan Hawke e Pedro Pascal), emblema della sempre enorme ricchezza e profondità delle selezioni cannensi. Il concorso promette nomi sacri come quello di Wang Bing (il cui documentario Jeunesse è “aggiunto” da Fremaux all’ultimo momento con bigliettino dai collaboratori), oltre ad Aki Kaurismäki con Fallen Leaves, Jonathan Glazer con The Zone of Interest, il dramma storico Firebrand di Karim Aïnouz e il ritorno di Jessica Hausner con Club Zero. E parlando di ritorni, Catherine Breillat (“dopo alcuni problemi di salute”) intriga con L'été dernier, mentre Justine Triet le fa compagnia nel rappresentare il cinema francese con Anatomie d'une chute.

Queste ultime sono tre delle addirittura sei donne che saranno presenti in concorso, un numero record per un festival tra i più tardivi ad allargare il suo orizzonte autoriale. Un’altra è Ramata-Toulaye Sy, giovane senegalese che addirittura finisce in concorso con il suo primo lungometraggio, sulla scia (come ricorda Fremaux stesso) del successo di Mati Diop con Atlantics.

Come sempre il programma non è ancora completo e altri film verranno aggiunti grazie alla continua “grande effervescenza” che regna negli uffici dei selezionatori. Nel frattempo c’è grande profondità anche negli annunci di Un certain regard: tra i tanti esordi da seguire, anche ritorni come l’australiano Warwick Thornton che diresse Sweet Country, la presenza di Monia Chokri con Simple comme Sylvain, e il promettente Rosalie di Stéphanie Di Giusto che mette insieme due nomi caldi del cinema d’oltralpe come Nadia Tereszkiewicz e Benoît Magimel.

Si consolida anche Cannes Premiere, la più recente tra le sezioni del festival e quest’anno forse già meno estesa, ma alla quale gran bene ha fatto l’edizione 2022 che ha visto partecipare ottimi titoli come As bestas e La notte del 12. Per il 2023 il nome di spicco è Takeshi Kitano che torna con la “commedia di samurai” Kubi, ma occhio al veterano spagnolo Victor Erice con Cerrar los ojos e a Le temps d’aimer di Katell Quillévéré, a sette anni di distanza dal bel Heal the Living.

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