Don Chisciotte e Sancio Panza |
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Un film di Giovanni Grimaldi.
Con Fulvia Franco, Umberto D'Orsi, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Mirella Pamphili.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 105 min.
- Italia 1968.
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Sorprendente inversione di ruoli
di parpignolFeedback: 2027 | altri commenti e recensioni di parpignol |
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lunedì 8 giugno 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Questo film è uscito nelle sale nel 1968; un anno prima moriva il grande Totò, che aveva sempre sperato di poter interpretare un don Chisciotte, personaggio letterario al quale forse si sentiva molto affine. Non sapremo mai come sarebbe stato il Principe in questa parte, tragicomica eppure difficile da interpretare per il profondo romanticismo che la permea. Possiamo però giudicare, e molto positivamente, Ciccio Ingrassia in questo ruolo! Le trasposizioni cinematografiche del capolavoro di Cervantes sono pressoché nulle, e quindi possiamo andare ben orogliosi di questo apparentemente modesto lavoro del regista Grimaldi: la buona fedeltà alla storia, l'atmosfera d'epoca della sceneggiatura, il tono e i modi usati dai personaggi, sono decisamente più che soddisfacenti. L'assenza, poi, di personaggi femminili di rilievo evita altresì la scadenza in qualunque tipo di pochade, cosa che purtroppo nei film di Franco e Ciccio è stata spesso inevitabile (non certo per colpa loro) specialmente negli anni '70, gli anni in cui al femminismo dilagante seguì, paradossalmente, la mercificazione più forsennata ed insistente del corpo femminile in quasi tutte le commedie italiane destinate al pubblico semplice. Per quanto riguarda questo Don Chisciotte, invece, è rispettata pienamente l'idealità della figura angelicata di Dulcinea, e l'allampanato Ciccio Ingrassia si dimostra essere un cavaliere errante perfetto, stralunato come è giusto che sia, ma anche tanto umano, nobile e nostalgico. Franco Franchi altrettanto, nel rispetto dell'ambientazione e del taglio moderato del film, non abusa della sua (pur eccellente, ma che in questo caso sarebbe stata impropria) mimica facciale e, per di più, in questa storia dimostra di poter perfettamente interpretare la figura del servo intelligente, astuto e affezionato: una volta tanto, Franco Franchi è Arlecchino, e non Pulcinella! Il duo comico Franco-Ciccio si è consolidato nello stereotipo di un Franco stolido e ingenuo e un Ciccio intelligente ma goffo: stavolta però si fugge lo standard e il risultato è bellissimo lo stesso. Oltre alla buona recitazione in sé, e ai motteggi e battute veramente garbate e divertenti, il film nasconde anche dei bei messaggi, che sono poi i messaggi del romanticismo decaduto di Cervantes: la nostalgia dell'eroismo, dei valori tradizionali, la fedeltà e l'amicizia, e la necessità per l'essere umano di poter sognare, fuggendo dalla grettezza del mondo, che spesso riserva solo amarezze e delusioni (come il caso di Sancio Panza accolto benevolmente dalla moglie solo se egli porta soldi a casa). Sono davvero felice di aver avuto occasione di vedere questo film, e mi sento di consigliarlo anche ai (purtroppo ancora tanti) che non amano, per partito preso o pregiudizio, la comicità semplice di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
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