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I pirati della Silicon Valley:
Il film traccia i percorsi paralleli dei due grandi fondatori di Microsoft e Macintosh, Bill Gates e Steve Jobs, dalle loro prime difficoltà, con l’abbandono dell’università, fino al termine degli anni ’90.
La storia parte infatti dal punto di massimo splendore della Macintosh, quando la società incarica addirittura Ridley Scott di girare una famosa pubblicità di ispirazione orwelliana, per poi ritornare, con un immediato flashback, a Berckley e Harvard nella prima metà degli anni ‘70 e di lì seguire le vicende dei due protagonisti tra California e New Mexico.
L’opera è caratterizzata da una costruzione quasi documentaristica: i personaggi di contorno, Paul Allen e Steve Ballmer (interpretati rispettivamente da Josh Hopkins e John Di Maggio) per Microsoft, Steve Wozniack (interpretato da Joey Slotnick) per Macintosh, vengono più volte intervistati durante il film come testimoni delle vicende narrate, anche per dar conto diretto delle personalità dominanti di Gates e Jobs, di cui erano amici collaboratori.
La trama è ben gestita e non toglie spazio a nessuno, mostra luci e ombre dei due grandi innovatori, ci fa comprendere, con un’analisi condotta da vicino, non solo le grandi idee che hanno portato ad una delle più importanti evoluzioni tecnologiche nella vita quotidiana di tutti noi – il personal computer – ma mostra anche morale, lati umani, virtù e debolezze di coloro che certamente sono tra i personaggi più influenti degli ultimi 50 anni.
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