Ascesa e caduta di un gangster nero nel ghetto di Harlem. Remake del gangster-movie 'Piccolo Cesare', la cui sceneggiatura è molto appossimativa e alcune volte si fatica a tenere il filo logico degli avvenimenti. Il filo rosso che fa da conduttore al film è un libro paga nel quale sono registrati tutti i nomi importanti della città dai mafiosi ai politici al sindaco, lo stesso espediente sarà usato anche nel capolavoro 'Tuta blu' anch'esso un film 'all-black'. Buona la regia del bravo Cohen conosciuto al grande pubblico per il bel gioiellino horror 'Baby Killer' e ottima la fotografia dai colori caldi di Fenton Hamilton; Fred Williamson nel ruolo del protagonista offre una prova convincente e la colonna sonora targata James Brown è azzeccatissima. Molte sequenze sono state saccheggiate da film gangster divenuti famosi, come la scena del lustrascarpe ripresa in 'Quei bravi ragazzi', la sparatoria in strada ripresa in alcuni punti pari pari nel film 'Le Iene', anche l'ufficio del contabile e le carrellate sui muri dai colori sgargianti sono stati citati nel film appena menzionato quando Cabot nel suo ufficio parla a Mr Blue, cosi come la sequenza del taglio dell'orecchio di un piccolo mafioso da parte del protagonista; inoltre tutta la storia è stata rifatta ma con più soldi e attori di grido in 'American Gangster'. Imperdibile la strage a colpi di mitra sui mafiosi siciliani (stereotipati in maniera maestosa) in una villa californiana, e il massacro a mani nude di Williamson sull'odioso razzista capitano di polizia che fa il verso ad Al Jolson quello di 'Il cantante di jazz' (il capitano ricorda nei modi e nel nome stesso a McCluskey l'ufficiale di polizia nel 'Padrino'). Con un seguito.
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